Indicare la provenienza di questo santo era necessario, dato l'alto numero di «Leone» sugli altari cattolici. Di lui sappiamo che nacque verso il 1239 ma null'altro della sua vita precedente alla sua entrata nell'abbazia di Cava dei Tirreni (oggi in provincia di Salerno). L'abbazia, intitolata alla SS. Trinità, faceva parte del movimento riformatore irradiato dai cluniacensi. Quando il monaco Leone fu eletto abate, attorno al 1268, l'opera di riforma venne portata avanti. Anzi, l'abate si premurò di recarsi in visita proprio a Cluny nel 1274. In quell'anno Leone si trovava in zona, perché stava presenziando al concilio di Lione. Il concilio era presieduto dal papa Gregorio X e Leone ne approfittò per farsi confermare gli antichi privilegi dell'abbazia di Cava. Dati i tempi e la rapacità dei signori confinanti (ma anche altri abati e pure vescovi), era bene, infatti, avere sempre documenti «freschi» sui propri diritti (terreni, censi, decime, mulini...), a scanso di controversie e usurpazioni. L'abate Leone provvide anche a far costruire all'interno del perimetro abbaziale una nuova chiesa e un grande chiostro. Sotto la sua direzione venne notevolmente ampliato lo scriptorium del monastero (i locali dove i monaci copiavano i libri), che così si arricchì di opere importanti.
Il santo morì nel 1295 e venne sepolto nella chiesa che aveva fatto edificare. Adesso approfittiamo dello spazio rimasto per segnalare un paio di libri per l'estate: René Remond, Il nuovo anticristianesimo, e Lucien Israël, Contro l'eutanasia, entrambi delle edizioni Lindau. Buona lettura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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