Cronache

La lettera al Giornale porta in Regione l’allarme amianto

La lettera al Giornale porta in Regione l’allarme amianto

Sette mesi fa, durante alcuni lavori di manutenzione all’impianto di condizionamento dell’aria negli uffici della Regione, in via D’Annunzio, furono trovate fibre di amianto libero. Di qui prima la denuncia, poi i timori per la salute dei dipendenti visto che è assodato che respirare amianto è cancerogeno, e infine - ma tempestivo - l’ordine della Asl 3 di procedere a un monitoraggio dell’aria in altre stanze e alla conseguente bonifica entro trenta giorni. Era maggio, siamo a gennaio dell’anno dopo e non è accaduto nulla. Il fatto è stato rimarcato sulle pagine genovesi de il Giornale, in particolare nell’ampio spazio dato ai lettori e la notizia non è sfuggita a Matteo Rosso consigliere regionale di Forza Italia e vicepresidente della Commissione sanità che dopo aver letto con preoccupazione la lettera ha deciso di dare un seguito politico alla denuncia avanzata dal lettore. «Ho appreso che la Asl, che aveva intimato alla Regione di procedere all’espletamento delle operazioni di censimento, monitoraggio e bonifica in tempi brevi dalla rilevata presenza della sostanza nociva - dice Rosso - è stata costretta per ben sei volte a prorogare i termini per l’adeguamento e non risulterebbe aver ricevuto alcuna notizia in merito agli interventi che la Regione avrebbe dovuto mettere in atto per il risanamento dei locali regionali». Rosso quindi ha presentato immediatamente un’interrogazione per sapere come e quando la Regione intenda cominciare a rispettare le richieste della Asl 3.
Insomma nonostante il grave pericolo per la salute di circa 250 lavoratori della Regione, che lavorano quotidianamente in quegli uffici, l’amministrazione guidata da Claudio Burlando non ha ritenuto di intervenire in alcun modo sul problema. rimandando a data da destinarsi ogni provvedimento.
«È chiaro che la bonifica avrebbe costi elevati per le casse della Regione anche a causa degli oneri di riorganizzazione del personale dovuti agli spostamenti degli stessi in altri uffici per il tempo necessario al risanamento dei locali da bonificare - continua Rosso - ma non c’è più tempo da perdere». Secondo il consigliere, la Regione potrebbe facilmente individuare capitoli di spesa «da tagliare» come affidamenti di incarichi o iniziative promozionali che non sono indispensabili al buon andamento dell’ente e da cui si potrebbero prelevare risorse da destinare all’effettuazione delle operazioni di bonifica delle Regione «per garantire il diritto alla salute dei dipendenti liguri».

«Ogni giorno di ritardo potrebbe peggiorare la situazione di rischio al quale sono esposti i dipendenti che lavorano negli uffici contaminati - conclude Rosso - ma i responsabili non se ne vogliono accorgere».

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