La libertà di stampa secondo i fessi di «Freedom House»

Caro Granzotto, stamattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor. Si è manifestato attraverso la segnalazione di una istituzione «neutrale» chiamata Freedom House. In effetti erano giorni che non mi sentivo tanto bene, avevo la sensazione di essere controllato nelle mie letture e attività, ero spiato, però solo «partly», e nessuno mi aveva avvertito. Insomma questa FH stila ogni anno la classifica dei paesi in termini di libertà. E per la libertà di stampa si può essere «free», «partly free» o «not free». Con la velocità di una saetta è successo che l’Italia è passata da «free» a «partly free» proprio quando la sinistra ha perso le elezioni (2008) e la destra si è insediata (2009). Identica cosa era successo nel 2006 (fine del governo di destra) quando l’Italia da «partly free» è tornata immediatamente «free» nel 2007.

Certo che dietro il paravento della libertà si commettono tante fesserie, compresa la mia di andare sul sito di Freedom House. Che fa, caro Granzotto, l’avvisa lei la premiata ditta Travaglio-Santoro che la pacchia è finita e che dalla prossima puntata saranno solo «partly free»?

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