Due i «furisalone» su tutti: «Librocielo, voci e luci sullabitare dovera il cuore romano», uninstallazione multimediale ancora ideata da Attilio Stocchi e dedicata alle origini di Milano, in programma da oggi al 22 aprile nella biblioteca-pinacoteca Ambrosiana, listituzione voluta dal cardinale Federico Borromeo, che ha saputo conservare lantico passato «custodendo le vestigia pittoriche e letterarie del mondo classico». «Librocielo» è un omaggio alla Milano romana, alla Mediolanum che è stata capitale dellImpero Romano dOccidente dal 286 al 402 d.C. ma, soprattutto, al patrimonio letterario che arriva da molto lontano.
Perché, dunque, non «dar voce» e «illuminare» realmente quella straordinaria quantità di testi raccolti nell'Ambrosiana che ha contribuito al nostro «sapere universale»? Come si viveva nelle domus della Milano romana? Vi è oggi un focolare al centro della casa? Dialoghi e riflessioni sull'abitare un luogo reale del passato ma anche nell'immaginario di ciascuno di noi.
Alla Triennale, invece, è di scena «Design Dance», uno spettacolo di 456 oggetti di design classici e moderni, messi in movimento da attori, acrobati e danzatori, dai meccanismi magici del teatro. Eleganti come un frac, sportivi come una discesa sugli sci, romantici come un chiaro di luna, esatti come un teorema, brillanti come comete. Oggetti di cui tutti conoscono il nome, il colore, le varianti e lanno di produzione.
«Design Dance» è un progetto di Michela Marelli e Francesca Molteni, quest'ultima già curatrice per i Saloni di vari eventi tra cui «Un bagno di stelle», andato in scena al Planetario di Milano nel 2010. Più di 60 persone coinvolte tra autori, interpreti e tecnici, e 30 studenti di Naba, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. E ancora: 6 mesi di produzione, 500 ore di prove, 20 cambi scena, 3mila immagini darchivio selezionate e più di 200 aziende che partecipano con i loro prodotti alla sfida di trasformare in protagonisti gli oggetti sulla scena: divani che volano, tavolini che suonano, lampade che ballano.
Questa è dunque la terza puntata della trilogia sulla nascita e ascesa del design italiano di cui i Saloni sono stati promotori e protagonisti lo scorso anno con la rappresentazione teatrale «Mani grandi, senza fine» realizzata con il Piccolo Teatro».
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