L'idrogeno ha un futuro E Napoli testa i modelli

Riuniti gli «stati generali». Via libera dal governo: «È tra le priorità» Meno di un anno di tempo per presentare all'Ue il Piano di sviluppo

Piero EvangelistiConclusasi Cop 21, la Conferenza mondiale sul clima di Parigi, il testimone della salvaguardia ambientale è passato all'European fuel cell technology & application conference (brevemente EFC15), che, dopo tre intense giornate di lavoro si conclude oggi a Napoli, con il coinvolgimento del pubblico che potrà mettersi al volante di vetture alimentate a celle combustibili a idrogeno per capire, prima di tutto, che l'uso dell'idrogeno non è assolutamente pericoloso. La Conferenza, giunta alla sua sesta edizione, organizzata da Atena scarl (Distretto alta tecnologia energia e ambiente) insieme ad Enea e le Università di Perugia e Parthenope di Napoli, aveva come sottotitolo «Stati Generali idrogeno e celle a combustibile». L'espressione «stati generali» è stata scelta per evidenziare le enormi prospettive che si stanno aprendo per l'idrogeno nell'ottica di una mobilità sostenibile e per chiamare a raccolta tutti gli attori enti pubblici, consorzi, enti di ricerca e aziende private della filiera del combustibile a emissioni zero.I veicoli a fuel cell (auto, furgoni e bus), infatti, sono del tutto equiparabili agli elettrici puri, con la differenza che i primi non devono essere ricaricati attraverso la rete elettrica, ma producono internamente (attraverso l'elettrolisi dell'idrogeno contenuto in un serbatoio) l'energia necessaria a far funzionare il motore elettrico di cui sono equipaggiati. Centrale è la Direttiva 2014/94 dell'Ue per lo sviluppo del mercato dei combustibili alternativi e, sulla base di essa, è richiesto ai governi europei di presentare un piano che copra i prossimi 10 anni. La lista, per quanto riguarda la mobilità, è lunga e comprende, obbligatoriamente, alimentazione ibrida, elettrica, a metano, a bio- metano, a combustibili sintetici e a Gpl, mentre è lasciata facoltà di inserire o meno l'idrogeno: l'Italia, come ha recentemente dichiarato il ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti, ha scelto di inserirlo invece tra le priorità. Ciò che l'Ue si aspetta ora è un Piano nazionale di sviluppo che va presentato a Bruxelles entro il 18 novembre del 2016.Le istituzioni devono essere affiancate nella preparazione del Pns e a Napoli, Angelo Moreno, presidente di H2IT (Associazione italiana idrogeno e celle a combustibile), ha presentato una prima bozza che dovrebbe portare a una stesura definitiva da presentare in maggio 2016 a Bologna e, quindi, sottoposta a una consultazione pubblica prima di essere trasmessa all'Ue. «È un treno che non ci possiamo permettere di perdere ha ribadito Moren - abbiamo competenze straordinarie per produrre energia che sia allo stesso tempo clean (pulita per il singolo e l'ambito in cui si muove) e green, per salvare l'ambiente a livello globale». In gioco ci sono fondi molto importanti, come quelli messi a disposizione dalla Piattaforma europea Fch-Ju per il supporto alla diffusione dell'idrogeno. Moltissimo c'è da fare per le infrastrutture, visto che in Italia esiste per ora una sola stazione di rifornimento aperta al pubblico a Bolzano, e in fase di apertura c'è quella del Cnr in Sicilia. Ma non mancano progetti già realizzati, come quello dell'Istituto per le innovazioni tecnologiche della Provincia altoatesina, un consorzio che ha in forza 5 bus a idrogeno e offre a noleggio 10 Hyundai ix35 a fuel cell.

La trentina Dolomitech (progettazione e costruzione di unità a celle a combustibile) ha già equipaggiato i primi minibus Iveco di fuel cell, realizzando anche una stazione di rifornimento. I costruttori sono pronti, come dimostrano la Toyota Mirai e la Hyundai ix35 messe a disposizione degli automobilisti partenopei, ma anche Gm e Daimler dispongono già delle tecnologie a fuel cell.

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