L'importante sinergia tra vento e idrogeno

Matteo Cusumano

Prove di collaborazione tra il settore dell'energia eolica - rinnovabile ma non immagazzinabile (o stoccabile) - e quelle dell'idrogeno e delle pile o celle a combustibile. In entrambi i casi parliamo di energie pulite, da cui non derivano né anidride carbonica né polveri sottili durante i processi di produzione di elettricità o - nel caso dell'idrogeno impiegato direttamente come carburante dei motori - autotrazione.

In Belgio, un gruppo di esperti e dirigenti di WindEurope (l'associazione europea dell'energia eolica) e della comunità eolica, hanno partecipato a un workshop insieme a scienziati e rappresentanti della comunità dell'idrogeno delle celle a combustibile (che utilizzano questo elemento per produrre elettricità attraverso processi chimici all'interno delle pile) per esplorare possibili sinergie.

Le prospettive sono rosee, soprattutto se si leggono nel quadro della tendenza ad aumentare la quota delle energie green all'interno del complessivo sistema energetico.

Il processo - che si studia già alle scuole primarie - più impiegato per produrre idrogeno è l'elettrolisi, che attraverso elettrodi caricati elettricamente in modo opposto e inseriti nell'acqua, provoca la separazione degli atomi di idrogeno e di ossigeno. La ricombinazione di questi due elementi per produrre energia causa la produzione di vapore acqueo, che torna nell'atmosfera senza particolato. Non per niente, gli sforzi dell'industria dei trasporti di concepire veicoli cosiddetti a «zero emissioni» - dalle auto ai camion, dai carrelli elevatori utilizzati nella logistica ai treni - si stanno traducendo nell'abbinamento ai veicoli a trazione ibrida o elettrica, anche di mezzi alimentati a idrogeno. A favorire la diffusione di questi veicoli è anche la crescente disponibilità di reti di distribuzione dell'idrogeno per l'autotrazione in alcuni Paesi, inclusi gli Stati Uniti.

Se per fabbricare il più elementare degli atomi è necessaria l'elettricità, quale migliore nuova opportunità di utilizzo dell'energia prodotta dal vento (che è una delle fonti rinnovabili «non programmabili», ovvero la

cui capacità di produzione non può essere prevista in anticipo, perché dipende da condizioni meteorologiche o da orari del giorno)? Un altro importante passo avanti verso la decarbonizzazione della produzione energetica.

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