Daniele Abbiati
La città dice che le vacanze sono finite, ma Milan e Inter sono ancora vacanti. Nel senso di mancanti. Peggio: carenti, insufficienti, sfuggenti. La città ha rialzato le saracinesche dei negozi, ma Montolivo e Medel, Kucka e Perisic mantengono basso il livello di gioco. Il traffico, nelle vie e nelle piazze, sale di tono a ritmi quasi già autunnali, ma Bonaventura e Kondogbia, De Sciglio e Santon passeggiano come se fossero ancora nell'isola pedonale di via Dante a Ferragosto. Milano, calcisticamente, resta per il momento una Milano Marittima. Con tutto il rispetto per la famosa località balneare, ha la consistenza dei castelli di sabbia: alla prima ondina di poco conto, un crossetto di Molinaro, una fintarella di Birsa, un passaggino di Mertens una ciabattata di Rispoli, si sfalda. E i poveri bagnini Donnarumma e Handanovic imbarcano acqua sotto forma di gol.
La città dice che le vacanze sono finite, è vero. Ma per milanisti e interisti non sono state vacanze di puro relax come quelle degli eterni rivali juventini, in panciolle dalla mattina alla sera, gongolando per l'arrivo di nuovi vicini di ombrellone del calibro di Dani Alves, Benatia, Pjanic, Pjaca, Higuaín. Da una parte le ombre cinesi, dall'altra le bizze di Mancini; da una parte il portafogli vuoto di Adriano Galliani, dall'altra l'arrivo last minute di Frank de Boer.
Risultato: rossonerazzurri in ritardo di 180 minuti, come treni che fanno smoccolare i passeggeri-tifosi.D'accordo, si sono giocati soltanto due turni di campionato, e in agosto, che fa rima con squadra mia non ti (ri)conosco. Però i «gobbi» sono partiti a petto in fuori, macinando Fiorentina e Lazio. Speriamo (...)
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