L'Italrugby non ripete l'impresa: travolta dalla Scozia

Dopo la vittoria con la Francia, l'Italia del rugby a Edimburgo con aspettative troppo alte. Azzurri mai in partita: finisce 34-10 per la Scozia

L'Italrugby non ripete l'impresa: travolta dalla Scozia

L'Italia del rugby non ripete l'impresa. Uscita trionfante una settimana fa dallo scontro con la Francia all'Olimpico, la nazionale azzurra sale a Edimburgo per la seconda giornata del 6 Nazioni 2013 accompagnata da aspettative forse eccessive. Perché si conferma che Jacques Brunel, il piccolo tecnico transalpino che da un anno siede sulla nostra panchina, conosce a menadito pregi e punti deboli del rugby francese. Ma messo davanti a un rugby scabro ed essenziale come quello della Scozia non riesce a spremere dagli azzurri quel quid in più - che necessitava di agilità mentale più ancora che fisica - in grado di cambiare le sorti della partita.

Il risultato finale é un 34-10 che racconta fedelmente lo scontro tra due pacchetti di mischia sostanzialmente equivalenti, e forse con qualcosa di più sul fronte azzurro almeno fino all'intervallo, ma racconta anche un divario netto tra le linee dei tre quarti. Mai in grado di impensierire davvero gli scozzesi nè in fase d'attacco nè in quella di difesa, psicologicamente forse un po' appagati dalla vittoria di domenica scorsa, gli azzurri mettono in mostra tutte le loro pecche individuali.

Tobias Botes, il mediano di mischia importato dal Sudafrica, non regge la pressione, e questo per un numero 9 é un peccato non veniale; la figuraccia di Venditti,che svirgola un pallone che non avrebbe nemmeno dovuto tentare di calciare, in una squadra di livello verrebbe punito con un esilio non breve dalla prima squadra. Il mediano di apertura Orquera, che contro la Francia aveva dimostrato progressi quasi strabilianti, conferma di non essere un calciatore di livello internazionale nè in corsa nè da fermo: il calcio che al 7' del primo tempo manda maldestramente a sbattere contro un palo era da posizione tale (42metri di distanza e venti di gradi di angolatura) che a questo livello di rugby non dovrebbe tollerare errori; ma l'erroraccio con cui si fa intercettare un pallone che regala una meta alla Scozia viene punito da Brunel con una sostituzione immediata che suona come una sanzione eccessiva ed umiliante (e che ovviamente non cambia le sorti della partita).

Una figuraccia, sancita dalla beffarda meta scozzese del 70esimo minuto. É una Italia che ormai gioca a pieno titolo nel Sei Nazioni, in grado di affrontare qualunque delle grandi europee senza che l'esito sia segnato nel destino. Il lavoro degli anni passati ha buttato frutti, e certamente anche nella sconfitta di oggi si vedono a sprazzi i segni chiari della rivoluzione mentale che ha portato Brunel.

Ma l'Italia di oggi non era sicuramente, almeno sul terreno della concentrazione, del l'approccio mentale al match, quella che vorrebbe il piccolo Jacques. (Ps: se Vittorio Munari nelle sue telecronache si ricordasse che in giro per l'Italia qualche centinaio di allenatori si danna per insegnare ai ragazzi che prendersela con l'arbitro non ha senso, beh, sarebbe meglio).

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