Londra, bufera sul ministro che dice: «Se ci si conosce non è stupro»

Lo ha detto il responsabile della Giustizia, Kenneth Clarke. Il leader dell'opposizione laburista chiede le sue dimissioni.

E alla fine trapelò tutto il maschilismo europeo. Dopo le accuse alla Francia per gli scarsi attestati di solidarietà alla vittima del presunto stupro commesso dal direttore del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss Khan, anche il Regno Unito finisce nella bufera. Sotto accusa il ministro della Giustizia, Kenneth Clarke, che durante una trasmissione alla Bbc ha derubricato il cosiddetto «date rape», lo stupro commesso quando si conosce la vittima. Per Clarke quel genere di violenza non è vero stupro. Peccato che in occasione del dibattito - aperto a proposito della proposta del governo di dimezzare la pena agli stupratori che accettino di dichiararsi colpevoli - fosse presente la vittima di una violenza sessuale, che è intervenuta in lacrime per sostenendo che il progetto è un disastro.
La dichiarazione di Clarke è stata immediatamente cavalcata dal leader dell'opposizione, il laburista Ed Miliband, che ha chiesto le dimissioni del responsabile della Giustizia.

E dopo un acceso «question time» tra il premier David Cameron e il suo avversario Miliband, Downing Street ha chiesto al ministro «chiarimenti» sulle dichiarazioni, augurandosi che Clarke «chiarisca che prende sul serio lo stupro e lo considera un crimine atroce». Eppure la portavoce del governo ha lasciato intendere che l'esecutivo potrebbe far cadere il progetto di legge.

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