Fabrizio Rinversi
Si trovano ancora, oggi, i veri gentiluomini di una volta, quelli nobili di estrazione e non per carica? I soggetti, insomma, di buona famiglia, appartenenti ad una «gens» d'élite, bene educati e rispettosi di regole precise di comportamento. Certo è che l'antico significato nobiliare è andato perduto, che l'imprinting marcatamente britannico, seppur mantenuto attraverso l'orgoglio della tradizione, ha lasciato il posto ad un «way of living» calibrato sul far sentire la gente a proprio agio quando è in compagnia di un gentleman, generoso di cuore e di spirito: un atteggiamento istintivo, indipendente da denaro o status. L'immaginario collettivo, in ogni caso, non rinuncia a considerare il gentiluomo di buon gusto nel vestire, di riconoscibilità e personalità, mai eccessivamente eccentrica. E determinati comportamenti appaiono ancora imprescindibili, per il distinguished gentleman, come lo stringere la mano con decisione, guardare negli occhi l'interlocutore quando viene presentato, sapere quando tacere, e così via. Sono moltissimi, in sintesi, gli elementi che compongono questa figura, non ultimo, il fatto che tutti gli «accessori» siano funzionali ad esaltare il suo mood, senza bisogno di troppi gesti e parole. Fra di essi, senza dubbio, in testa c'è l'orologio, non «urlato», ma «pacato», rispettoso dei contenuti tradizionali, espressivo di qualità e in grado di distinguere la persona che lo indossa. Connotati ravvisabili in una collezione, che Tissot ha voluto chiamare proprio Gentleman, memore di un importante background che affonda le radici nel 1853 e che annovera prestigiosi riconoscimenti a cavallo del XIX secolo. l'anima classica di una Maison dalle mille sfaccettature (4 milioni di esemplari esportati ogni anno), destinata allo stile contemporaneo di un gentleman. Realizzato su cassa in acciaio da 40 mm (10,64 di spessore), il Gentleman di Tissot comunica discretamente la sua distinzione con una lunetta lucida a spiovente in oro rosa, ad incorniciare un quadrante sobrio (marrone scuro, nero, crema o argenté), ma grintoso, con indici trapezoidali applicati e sfaccettati e lancette Dauphine in oro rosa e dove il tratto a filo della croce, simbolo della Casa, lo suddivide in quattro parti; di alto livello il movimento automatico, calibro Powermatic 80, con spirale in silicio e capace di garantire oltre tre giorni di riserva di carica.
Sensibile anche all'incontro con le esigenze muliebri, per la «gentildonna», Tissot ha voluto rivisitare i suoi piccoli segnatempo degli anni '60, reinterpretandone la naturale femminilità: i Lovely Square, infatti, al quarzo, si manifestano su di una cassa carré galbé da 20 x 20 mm, in acciaio (anche rivestito PVD oro giallo), con anse rettilinee e cinturini a maglia milanese o in raso.
Diceva il Barone Zazà, meravigliosamente interpretato da Totò: Signori si nasce ed io lo nacqui, modestamente. Erano altri tempi, certo, ma la signorilità, quella vera, è un dono di natura e, difficilmente, si può imparare...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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