Roma Un titolo che la dice lunga. Il bene e il male fanno certamente parte del genere poliziesco; ma se gli fanno addirittura da titolo, come in questo caso - «Il Bene e il Male» su Raiuno, in prima serata dal 12 gennaio - ecco un poliziesco «aggressivo nel racconto, nei temi e nel linguaggio, con un quesito etico che l'attraversa diagonalmente», riassume il direttore Del Noce. «Il Bene e il Male», insomma, «grazie a storie molto drammatiche, basate su drammi sociali estremamente attuali, c'invita a riflettere sul momento in cui ciascuno di noi è posto davanti a scelte che, se sbagliate, possono avere dei risvolti criminali». Quando si reagisce ad un torto subito, quando un padre incontra l'uomo che ha violentato sua figlia, o un negoziante spara all'uomo che ha tentato di rapinarlo, il crimine che essi commettono che valore ha? «Nessuno vuol dire che i crimini debbano essere giustificati - precisa il produttore Alessandro Jacchia - Anzi: "Il Bene e il Male" chiarisce molto nettamente cos'è giusto e cosa non lo è. Ma raccontando la storia anche dal punto di vista del "cattivo" di turno, per la prima volta cerca anche di spiegarne i motivi. E chiarire la compassione che, talvolta, possiamo provare perfino per chi sbaglia».
Protagonista del racconto è il commissario Anastasi, «un poliziotto non istituzionale - spiega l'interprete, Gianmarco Tognazzi - che non usa metodi troppo ortodossi, e che pur di arrivare alla soluzione dei casi aggira anche l'etica del proprio lavoro. Senza risultare ambiguo, però. Semplicemente Anastasi non ha più vent'anni: sa che il mondo non è tutto bianco o nero, ma spesso è grigio». Simile a lui nel carattere e nelle insofferenze - tanto da essere destinata a condividerne anche i sentimenti - l'agente Grazia Micheli.
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