Strasburgo è lontana come il West. Sulla strada che conduce allambito seggio di europarlamentare si annunciano duelli allultimo sangue, anche tra cowboy della stessa «banda». Pensiamo, ad esempio, a Sergio Cofferati e Salvatore Caronna, segretario regionale del Pd emiliano. Le scintille tra i due divampano dopo laddio dellex leader Cgil alla ricandidatura a sindaco di Bologna. «Il suo successore dovrà essere giovane, competente e bolognese» sibilò il segretario regionale democratico. «È razzismo politico», fu la risposta del sindaco uscente, e poi «Caronna è siciliano», aggiunse acidamente.
Stessa guerra, ma con pallottole di carta, quella tra gli ex giornalisti Tg1 David Sassoli (Pd) e Francesco Pionati (Autonomie). Quando nel 2000 lanchorman in lista col Pd firmò il servizio sui pedofili Pionati non versò nemmeno un grammo dinchiostro di solidarietà. Nel 2004 la collaborazione di Pionati con il settimanale Panorama fu oggetto di un furioso scontro durante unassemblea del Tg1. Sassoli, spalleggiato da Lilli Gruber, si nascose dietro lappello al pluralismo lanciato dallallora capo dello Stato: «Nessuno si permetta di metterci una giacca politica», urlarono in coro i due...
Sfida allultimo voto anche tra Luigi Berlinguer (Pd) e Valentina Aprea (Pdl). Lex ministro della Pubblica istruzione alla fine degli anni 90 ebbe proprio nella responsabile Scuola di Forza Italia la peggiore nemica. In Piemonte è la Tav a dividere Gianluca Susta (Pd) e Vittorio Agnoletto (Comunisti), per il quale «lAlta velocità Torino-Lione non si farà mai». Il leader dellUdeur Clemente Mastella si troverà sulla sua strada Luigi De Magistris, lex pm di Catanzaro che con quellavviso di garanzia al Guardasigilli diede la spallata per far cadere il governo Prodi. Ma tra i protagonisti del crepuscolo prodiano il podio spetta a Tommaso Barbato (Autonomie) e Nino Strano (Pdl), oggi lun contro laltro armati. Il video con la sequela di corna, sputi e insulti («Checca squallida, frocio, sei una mer...») contro Nuccio Cusumano per linutile voto a Prodi e il brindisi a champagne e mortadella in Aula al Senato è ancora oggi nella top ten dei video più visti su Youtube. Allora Imma Battaglia, che oggi corre con Sinistra e Libertà, definì quella sceneggiata «squallido razzismo» e «aberrante esempio di cultura omofobica», oggi dovrà contendere i voti della comunità gay a Gianni Vattimo (Italia dei valori) e allo stesso capolista di Sl, Nichi Vendola.
Su due sponde opposte anche Rita Borsellino (Pd), sorella del magistrato ucciso dalla mafia, e Sonia Alfano (Idv) a cui la criminalità organizzata siciliana uccise il padre, giornalista giudiziario. Ieri la Alfano ha nuovamente accusato il vicepresidente del Csm Nicola Mancino di mentire riguardo allincontro tra lallora ministro dellInterno e Paolo Borsellino alle ore 19 e 30 del 1º luglio 1992, che per Mancino «non ci fu mai». La sorella del pm ucciso in Via dAmelio, forse per non irritare il Pd, ha preferito glissare. Una «freddezza» che ha amareggiato laltro figlio di vittime di mafia, Claudio Fava (Sl): «La politica non è un taxi».
Lex giudice Mario Sossi (Forza Nuova) non ha certo perdonato le Br che lo rapirono il 18 aprile del 74 e lo tennero prigioniero per 35 giorni, mentre lex Manifesto Giuliana Sgrena (Sl) coi suoi sequestratori è sempre stata molto tenera. Al Corriere della Sera disse: «Non mi sono mai sentita una loro nemica, si battevano per lIrak». A battagliare saranno anche Maurizio Paniz (Pdl) e Luciano Garofano (Autonomie).
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