Politica

LA MAGGIORANZA NON È CON LUI

Ma Romano Prodi che fa? cerca lo scontro per restare a galla secondo la vecchia tecnica di una spedizione militare all’estero e una repressione poliziesca all’interno? Crede di essere Francesco Crispi? Il Primo Ministro sfida l’opposizione negandole il diritto di manifestare in piazza perché compirebbe il reato di lesa maestà nei confronti della maggioranza. Non sapevamo che Prodi avesse dalla sua la maggioranza degli italiani. È uno scoop. E non sapevamo neanche che fosse in vigore una Costituzione di tipo cileno per raccogliere gli oppositori negli stadi.
Il più grande spiritista della storia italiana, che deve ancora spiegarci come mai conosceva l’indirizzo delle Brigate rosse che avevano in mano Moro, ieri ha straparlato durante la presentazione della sua finanziaria demagogica e nemica di chi crea ricchezza. Ha offeso più di metà degli italiani trattandoli da nemici, ha trascurato l’enorme buco che il governo Berlusconi trovò nel 2001, ha insultato il suo predecessore, ed ha detto che l’Italia è un Paese «iniquo», difetto la cui cura consiste in un salasso di proprietà, libertà e verità. Nessuno era mai arrivato a tanto.
Vogliamo ricordare a Prodi che quando la Cdl andò al governo si scatenò la furia delle manifestazioni, dei tumulti, degli scioperi, dei cortei e dei girotondi. Ricordiamo che Berlusconi, un ottimista, andava decorando Genova alla vigilia del G8 con piante di limoni e lustrando le piazze per il trionfo italiano, non immaginava che gli unionisti di allora avessero organizzato tumulti per cercare il morto, fino ai tumulti di Milano di quest’anno, con le macchine incendiate. La Casa delle libertà conquistò il 13 maggio del 2001 una maggioranza schiacciante. E le sinistre che oggi Prodi rappresenta attaccarono quella maggioranza ogni giorno in Parlamento, nelle piazze, sui giornali e telegiornali, a proposito dei quali ultimi si festeggia oggi un Tg1 rimesso finalmente in riga, appecoronato secondo la ricetta dei finti americani all'amatriciana.
Quest’uomo, che adesso controlla tutte le televisioni, forse si sente più forte e provoca. O forse più debole e provoca. Noi capiamo anche che si tratta della stessa strategia già usata alla Camera con la provocazione ripetuta nove volte. Prodi è infatti una macchina semplice e distruttiva: si scrive Mortadella ma si pronuncia Terminator. Quanto al resto, non siamo presuntuosi: comprendiamo che non si può cambiare in piazza la finanziaria, ma pensiamo che sia ora di dimostrare che siamo vivi e più numerosi degli iscritti ai partiti perché con noi si schiera ormai sia la destra popolare che quella sinistra riformista che sperava in Tony Blair e che si ritrova invece i soviet al lambrusco.
Noi non facciamo qui le pulci a questa finanziaria pensata per distruggere quanto era stato fatto di buono da Berlusconi. Noi intendiamo per ora dare un altolà al signor Prodi il quale mostra una crescente vocazione autoritaria sia in casa sua, dove lo odiano, sia con l’opposizione, che non sopporta. Quanto alle minacce, abbiamo già difeso in Senato le prerogative del Parlamento.

Oggi invitiamo gli italiani a prepararsi per manifestare presto in modo pacifico e rispettoso delle leggi. A Prodi suggeriamo di sorvegliarsi e al Presidente Napolitano raccomandiamo di sorvegliare Prodi. Ma stiamo bene attenti: l’atmosfera, da pesante comincia a farsi irrespirabile.
p.guzzanti@mclink.it

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