Ci sono bambini sofferenti, quelli abbandonati, abusati o affamati. Ma, la Convenzione sui diritti dei bambini sottoscritta da tutti i Paesi del mondo, di cui oggi si celebra lanniversario, appartiene anche ai Paesi sviluppati dei nostri bambini, fortunati ma condizionati e inscatolati in regole e ritmi che a misura di bambino non sono. E Monica Vercesi, ricercatrice del dipartimento di Geografia e di Scienze umane dellambiente, si è occupata proprio di loro. Con un libro, La mobilità autonoma dei bambini tra ricerca e interventi sul territorio, che deve far riflettere soprattutto i genitori che tendono ormai ad accerchiare i figli in una rete di protezione un po asfissiante.
«Trentanni fa i bambini di 7-8 anni, andavano a scuola da soli, facevano piccole commissioni, conoscevano il quartiere. Oggi vengono spostati come pacchi postali da un luogo allaltro spesso in automobile».
Le conseguenze?
«Questa mancanza di autonomia negli spostamenti provocano nella psiche del bambino insicurezza, causano paure. Inoltre impedisce loro la conoscenza del territorio in cui vivono».
E quando si diventa adolescenti?
«A quel punto il ragazzino pretende più autonomia, reclama il motorino che può diventare un mezzo pericoloso se non si ha acquisito precedentemente sicurezza di sé e di quello che gli sta intorno.
Suo figlio di 8 anni, va a scuola da solo.
«Capisco che i pericoli ci sono, il traffico, le auto, gli incontri con gente senza scrupoli. Ma sono un aspetto per fortuna minoritario della realtà in cui viviamo».
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