Jorge è un bambino ecuadoriano di 8 anni che frequenta la 3ª elementare a Bolzaneto. Suo fratello, più grande, è alle Medie, ma ha dovuto già ripetere un anno. E Jorge stava per ripercorrere le sue orme: a scuola era spesso disattento, disturbava, non sempre faceva i compiti. La sua vita presente, e probabilmente anche il suo futuro, è cambiato - come avviene per molte persone - grazie a un incontro. Quello con Anna Maria Roncoroni, corrispondente per lItalia dellEuropean Council for Hight Ability, che si occupa di valutazione, intervento e realizzazione di progetti relativi alla plusdotazione e al talento, con particolare riferimento al pensiero logico, matematico. In una definizione: bambini geniali. Sì perché Jorge fa parte di questa realtà. Anche lui è un bambino geniale, anche se fino a quando nella sua scuola non è cominciato il progetto coordinato dalla dottoressa Roncoroni, nessuno se nera mai accorto. «Noi lavoriamo a gruppi che risolvono problemi logico matematici - spiega la dottoressa - e prima lo abbiamo inserito in un gruppo di livello basso, ma lui si è dimostrato molto bravo, tanto che a poco a poco, ha scalato tutti i gruppi in cui lo abbiamo spostato e alla fine anche il suo carattere e latteggiamento con la scuola in genere è cambiato: ha scoperto di essere bravo e alla fine dellanno era un alunno molto disciplinato e dal rendimento scolastico soddisfacente». Lesperienza di Jorge è solo un tassello di un grande progetto che si sta sviluppando in Italia proprio grazie al lavoro di esperti come la Roncoroni e come Daniela Miazza e Maria Assunta Zanetti autrici del volume «Piccoli ma geniali. I bambini di talento: riconoscerli, comprenderli e valorizzarli» (edizioni Ets). Si tratta di un minuscolo ma interessantissimo manuale scritto con termini chiari e ricco di esempi pratici, rivolto a tutti gli insegnanti, i genitori e gli educatori in genere, per far sì che i bambini di talento o plusdotati vengano adeguatamente educati. «Una delle domande più frequenti che mi sento rivolgere quando dico di cosa mi occupa - dice Anna Maria Roncoroni - è perché impegnarsi per bambini già molto fortunati se ci sono tanti che hanno più bisogno». Invece un bambino plusdotato è spesso non compreso, addirittura a volte dagli stessi genitori che faticano a seguirne ragionamenti e a dargli i giusti stimoli. Cè per esempio Carola, 6 anni, che da qualche tempo è impegnata a capire le grandi questioni delluniverso e fa domande e legge libri sullargomento chiedendo spasso chi è Dio. Il suo Qi è di oltre 141 punti. Il libro fa chiarezza anche suo fatto che aver un Qi oltre i 140 punti non significa essere geni, perché il genio è chi ha conseguiti risultati che hanno contribuito allo sviluppo del settore nel quale hanno operato. Inoltre, se è abbastanza chiaro che un bambino è plusdotato se a tre anni impara a leggere da solo, è altrettanto vero che certe forme di genialità arrivano più avanti con gli anni quando nel percorso scolastico e individuale si è fatta più strada. Nel volume, quindi, viene illustrata una breve storia dei test e del concetto di QI, cè la definizione di creatività e si indaga se tale creatività sia solo un dono o venga influenzata da fattori ambientali stimolanti. Inoltre viene spiegata la relazione che esiste fra deficit di attenzione e iperattività con doti cognitive eccezionali. «Infatti i bambini plusdotati si annoiano a scuola specialmente se le materie dinsegnamento per loro non sono stimolanti perché le conoscono già - spiega la dottoressa - .
Inoltre i bambini geniali, possono esserlo per una materia, ma per le altre sono normali o anche meno dotati, e quasto non è facile da comprendere per gli insegnanti che non siano preparati su questi temi». Insomma, un volume da leggere assolutamente. E magari scoprire che un po tutti - perché no? - siamo stati bambini geniali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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