Marocchino decapita l’amante ucraina «Accanto a lei mi sentivo impuro»

Ai carabinieri che lo hanno arrestato ha detto di averle tagliato la testa, di averla ammazzata. Voleva fare un sacrificio umano. Tutto perchè, quando faceva l’amore con lei, si sentiva impuro e non riusciva più a tenere dentro di sè il senso di colpa, a farlo convivere con la fede islamica. Per questo un marocchino di 30 anni ha provato a decapitare con un coltello da cucina una badante ucraina di 45, con la quale aveva una relazione da 3 anni, a Bologna. La donna non è morta, come lui pensava. È ricoverata in rianimazione al Maggiore. Operata, non è in immediato pericolo, ma rischia di restare invalida. Un gesto folle compiuto domenica notte in un appartamento della periferia, di proprietà della novantaduenne che la straniera accudiva, mentre l’anziana dormiva e non si è accorta di nulla.

Un’azione spiegata con parole farneticanti ai militari, ai quali l’uomo si è alla fine consegnato, quando ormai era mattina. A Mahfoud Bahi, disoccupato e con una sfilza di precedenti, la Procura contesta il reato di tentato omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Il sostituto procuratore ha chiesto la convalida dell’arresto.

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