La partita dopo, Marassi esorcizza la grande paura da un lato con il ricordo, dallaltro con lironia. Nel senso letterale dei «lati»: perché la Gradinata Sud, da sempre tana dei tifosi blucerchiati, espone un ricordo di Paolo Mantovani, storico presidente della Sampdoria che predicò con i fatti la pace negli stadi. Invece, nella Gradinata Nord, dove sono emigrati gli Ultras che non si sono abbonati per non sottoscrivere la tessera del tifoso, il bersaglio è Bobo Maroni. Il primo striscione-gioco di parole: «Ministro Maroni, abbiamo in serbo una sorpresa per lei». Poi, un secondo, ricordando la polemica con il sindaco di Genova: «Come dice lei, ridiamoci su...». E, a questo punto, si alzano due disegni colorati: il primo riproduce due cesoie «stile Ivan», con la scritta «ingresso autorizzato»; il secondo un innocuo vessillo blucerchiato, con la didascalia «non autorizzato».
Intanto, nella gabbia maledetta, i tifosi viola inscenano una festa con palloncini e bandierine.Insomma, tutto ok. E le uniche tensioni riguardano alcune decisioni dellarbitro. Ma, dopo il gol del pareggio e quello del definitivo 2-1 doriano, finiscono anche quelle.
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