Martiri di La Rochelle

In Francia, al largo de La Rochelle, c’è l’Île Madame, un’isoletta che vide il martirio di ottocentoventinove religiosi, tra preti, benedettini, cistercensi, carmelitani, cappuccini, domenicani, gesuiti e Fratelli delle scuole cristiane. Era il 1794, anno del «Terrore» giacobino. Tutti questi ecclesiastici vennero ammassati su uno di quelli che venivano chiamati pontons, vecchie navi negriere utilizzate dai rivoluzionari come prigioni. Erano ormeggiate a Rochefort, presso il porto di La Rochelle, e dovevano deportare i prigionieri nella Guyana francese. Ma la nave che ci interessa non poteva salpare a causa della presenza di navi inglesi al largo. Così, tutta quella gente rimase stipata per mesi, dall'inizio dell’estate del 1794 al febbraio dell’anno seguente. Costretti a sedersi a turno, a causa dell’esiguità dello spazio, vivevano tra i propri escrementi, caricati di percosse se tentavano di mettere la testa fuori. A volte, per divertimento, i guardiani accendevano dei fuochi e ne convogliavano il fumo nelle stive, godendo delle urla che ne provenivano. I religiosi e i preti, privati anche dei breviari e dei crocifissi, cominciarono a morire come mosche, di stenti, di tifo, di caldo e poi di freddo. Alla fine del Terrore, quando Robespierre venne giustiziato, i morti nella nave Deux-Associés, la nostra, erano cinquecentoquaranta.

Circa due terzi vennero sepolti nell’Île Madame, che da quel momento fu per la gente «l’isola dei preti». Oggi sull’isola sorge un santuario dedicato alla Madonna e una grande croce di pietra si innalza sulla tomba comune dei «preti».

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