Tra tanto soul al ducotone, ecco Mary J. Blige rammentare agli immemori che lautentica musica nera è fatta di sangue pulsante e carnalità. Sicché questo The breakthrough, consacrato da un intervento degli U2, è a suo modo un monito: soul vuol dire euforia dei sensi e del cuore, che è lesatto opposto di glamour, moda, piacevolezza, negritudine fittizia, insomma di quanto così spesso lindustria spaccia fraudolentemente per soul. La voce di Mary, nonostante labbigliamento da top model in cui la cantante è solita inguainare la sua statuaria bellezza, ci insegna tutto ciò nella maniera più lampante. Mescolando selvaggeria e finezza, desolazione e speranza, rap e classicità: come nel gioco barocco dei «fugati», in cui spesso si frantuma e si prolunga la cantabilità, nellimpastarsi di voci e riff strumentali in grumi sonori imprevisti e mutevoli, nellintreccio di apostrofi mistiche e laico «relativismo».
Ascoltate per esempio Be without you, con quel centrifugo e tuttavia regolatissimo intreccio di archi, pianoforte, impazienza, elegia. O About you con la voce lancinante (campionata) di Nina Simone, o One condivisa con gli U2, pura emozione.Mary J. Blige The breakthrough (Geffen)
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