Roma – Nel “day after” della fiducia al Senato il dibattito alla Camera si svolge in modo stanco, senza entusiasmare neanche gli addetti ai lavori. Ormai tutto è stato deciso a palazzo Madama. Montecitorio dovrà solo ratificare quando è stato sancito ieri sera. Franco Turigliatto è arrabbiato nero. Ieri ha votato la fiducia al governo, rientrando nei ranghi e mettendo da parte, almeno per un giorno, le polemiche nei confronti del governo, ma il suo partito, Rifondazione comunista, lo ha messo lo stesso alla porta. Con un formidabile artifizio retorico il Prc non lo ha espulso ma “allontanato” per due anni. Lo statuto dei comunisti di Rifondazione, infatti, non prevede espulsioni ma solo allontanamenti. Turigliatto è arrabbiato ma fa sapere che non si dimetterà da palazzo Madama. Il senatore “dissidente”, affiancato nella conferenza stampa a Montecitorio dal deputato e compagno di corrente Salvatore Cannavò e dall'ex senatore del Prc, Gigi Malabarba, ha ribadito tutte le sue critiche al governo, a suo dire reo di avere tralasciato i tre temi grazie ai quali l'Unione ha vinto le elezioni nel 2006: “La pace, la precarietà, il risarcimento sociale”.
E ha attaccato duramente Rifondazione comunista: “Su Vicenza hanno fatto un errore tragico, proprio quando si poteva applicare la linea non mia ma della maggioranza del partito, di utilizzare la forza dei movimenti per condizionare il governo, non lo hanno fatto. Ma se non allora,
quando? Non si può manifestare al sabato e cospargersi il capo di cenere al mercoledì delle
ceneri”. Turigliatto bacchetta il centrosinistra, accusandolo di essere troppo distante dai suoi elettori e dalle linee programmatiche presentate in campagna elettorale. Nello scontro politico apertosi dopo la sua dissociazione dalla maggioranza al Senato, Turigliatto intravede anche una questione più di fondo: “Se i parlamentari sono lì solo per schiacciare un bottone, se non vale più l'articolo della Costituzione che dice che non c'è il vincolo di mandato, lo dicano, allora tanto vale stare a casa. Bisognerà pur capire se il parlamento è ancora qualcosa oppure se l'esecutivo è totalmente dominante”.
Migliore: neocentrismo cappa di piombo "La partecipazione
è la nostra più grande garanzia e forza, l'ascolto, la cooperazione e il confronto diretto
con i cittadini sono un fattore decisivo per il suo governo e per tutti noi". Lo ha sottolineato
nel suo intervento alla Camera il capogruppo di Rifondazione Comunista Gennaro Migliore
che ha attaccato senza mezzi termini i disegni neocentristi. "Oggi - ha affermato - il
neocentrismo è il disperato tentativo di chiudere la porta all'irruzione della società nella
politica, il neocentrismo è l'autismo del Palazzo, è il potere senza consenso, la cappa di
piombo della democrazia che da malata diventa morta".
Nonostante il fuoco e le fiamme di Turigliatto e della “sinistra alternativa” c’è chi continua a credere nella “barca che va”. Il ministro della Giustizia Clemente Mastella ne è sicuro: “I governi che pensi essere solidi a volte cadono prima, mentre quelli malaticci vivono più a lungo”.
La Russa: legge elettorale e poi subito il voto “Nuova legge elettorale e poi al voto subito”. Così si è espresso il capogruppo di An Ignazio La Russa. Si potrebbe andare a votare senza riformarla come ha detto Berlusconi - ha sottolineato l'esponente di via della Scrofa - ma la politica con la p maiuscola sa che certi imperativi non si possono dribblare agevolmente”, ha aggiunto riferendosi agli inviti formulati dal capo dello Stato. E allora - conclude La Russa - discutiamone in fretta perché sarà l'ultimo impegno comune prima di liberare l'Italia da questo peso insopportabile di un governo che si aggira per il Paese senza maggioranza come un zombie tra viventi”.
Stefania Craxi: finisce una delle epoche più buie del Paese Nel suo intervento alla Camera Stefania Craxi sottolinea che “con il fallimento del governo, oggi o tra qualche mese, finisce una delle epoche più buie del paese”. La deputata di Forza Italia attacca il premier definendolo un “esperto di sedute spiritiche e di magie” ormai avviato al termine del suo percorso. Per Craxi il discorso di Prodi non scioglie nessun nodo: i Dico, sottolinea, “sono rimasti nascosti nel non detto”, sulle pensioni “scaloni e scalini compaiono e scompaiono come nel gioco delle tre carte” e la legge elettorale diventa “la parola magica dietro la quale si nasconde l'incapacità di fare scelte. Stiamo assistendo – avverte - al tramonto di ciò che non è mai nato, cioè una vera sinistra riformista”. E infine una preghiera: “Fate presto perché il Paese - conclude l'esponente azzurra - ha bisogno che si accenda la luce di una nuova alba”.
Botta e risposta tra Monaco e Capezzone “Sorprende che Capezzone decida allegramente di astenersi. L'astensione, sul voto di fiducia, corrisponde a una fuoriuscita dalla maggioranza, che non è meno grave per la sola circostanza che, alla Camera, non vi sia problema di numeri. Mi attendo che egli, coerentemente, lasci la presidenza della Commissione parlamentare cui l'ha eletto la maggioranza”. Lo afferma il deputato dell'Ulivo, Franco Monaco. A stretto giro di posta la replica del radicale Daniele Capezzone: “L'onorevole Monaco, aspirante guardia (svizzera?), anziché tentare di usare l'autorevolezza per convincere delle sue tesi, sceglie l'arroganza e l'intolleranza. Brutta pagina, davvero. Considero questo suo messaggio una clamorosa prova di Debolezza. Se si risponde così a chi chiede riforme, accelerazioni, cambiamento, il quadro -prosegue l'esponente della Rosa nel pugno- mi appare eloquente.
A proposito: sa l'onorevole Monaco, o qualcuno del suo ambiente, dirmi qualcosa degli otto seggi senatoriali per cui io sono in sciopero della fame da 35 giorni? Come mai lui, e tanti altri, sono muti come pesci rispetto a questa questione di legalità?”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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