da Mosca
Per la Russia l8 agosto, giorno dellinizio del conflitto in Caucaso, è stato un po come l11 settembre per lAmerica. E Dmitri Medvedev avrebbe inviato le truppe contro lesercito georgiano anche se Tbilisi avesse già messo un piede dentro la Nato. Il presidente russo ha raccontato oggi la «sua guerra» al Valdai Forum, gruppo di esperti e giornalisti riunito ogni anno in Russia. Il conflitto è stato il suo primo, non facile battesimo da comandante in capo: «Non dimenticherò mai quella notte - ha raccontato -, decidere anche solo di reagire a un attacco è cosa molto pesante. Tanto più al 95° giorno di mandato. Ma abbiamo fatto la cosa giusta, non soltanto non mi vergogno, ne sono orgoglioso». «È stato detto che per noi l8 agosto è stato quasi come l11 settembre per gli Stati Uniti ed è assolutamente un paragone esatto - ha aggiunto - e se l11 settembre ha insegnato molto al mondo, noi vorremmo che il mondo imparasse da quanto accaduto l8 agosto».
Intanto, la missione di polizia che lUe si appresta a mandare in Georgia per monitorare la pace è quasi pronta, ma i Ventisette stanno ancora discutendo sul suo eventuale dispiegamento dentro i territori separatisti dellOssezia del Sud e dellAbkhazia, e sullopportunità di sostenere il lancio di uninchiesta internazionale sullo scoppio del conflitto. È quanto si apprende da diverse fonti diplomatiche, in vista della riunione dei ministri degli Esteri europei di lunedì.
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