Meno utili (-3,6% a 2,7 miliardi) e dividendo invariato (8 centesimi alle azioni di ordinarie e 9,1 centesimi alle risparmio) per un totale di un miliardo: la formula con cui Intesa Sanpaolo ha superato il 2010 non ha convinto Piazza Affari, dove il gruppo ha chiuso in calo del 4,4%. La caduta è stata ampliata dalla pessima giornata delle Borse, ma ha pesato anche la delusione degli analisti per landamento dellultimo trimestre, considerato sotto le attese: i profitti sono calati del 7% a 505 milioni. Lattenzione si è soffermata su due aspetti: la frenata del margine di interesse rispetto ai tre mesi precedenti e la constatazione che Intesa appare sempre più una banca corporate, visto che larea Cib affidata a Gaetano Micciché pompa gran parte degli utili del gruppo (1,4 miliardi nel 2010). «La Banca dei Territori così non funziona» (-35% il risultato netto; -2,6% depurando leffetto della cessione di Findomestic), sottolinea lesperto di una Sim milanese convinto che il braccio retail di Intesa avrebbe bisogno di una «maggiore spinta verso lestero». La divisione Public Finance ha avuto 138 milioni di utile (+19%).
Malgrado le rassicurazioni dellad Corrado Passera sulla «qualità del portafoglio», gli esperti pensano poi che Intesa beneficerà del rialzo dei tassi meno di quanto sperato. Ca de Sass ha anche già raggiunto un patrimonio sufficiente per Basilea 3 (7,9% il Core Tier1). Una dimostrazione di solidità, «scheggiata» durante la conference call dai dubbi degli analisti se Intesa avrà capitale sufficiente per seguire lattesa crescita delleconomia. Insomma il timore latente resta che la banca dovrà ricapitalizzare: sullanno i ricavi sono scesi a16,6 miliardi (-5,9%). Passera si è comunque detto «orgoglioso della solidità dei dati», ricordando come negli ultimi 4 anni, ovvero dallintegrazione tra Banca Intesa e il vecchio Sanpaolo, il gruppo ha distribuito 12 miliardi di dividendi. Per il futuro Intesa conta di essere «più efficace», ha promesso Passera che sul nuovo piano industriale si è però limitato ad assicurare che sarà «forte e solido».
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