Insieme per difendere la tipicità dei prodotti del territorio. Insieme perché mai, come in questa circostanza, l'unione significa la possibilità di affacciarsi sul mercato nazionale e internazionale offerta a piccole, se non addirittura piccolissime, imprese artigiane. E' questa, in sintesi, la premessa che, anno dopo anno, è diventata la storia del Consorzio Motta, ovvero di Motta San Giovanni, nato nel 2003 dall'esigenza di alcune aziende qualificate del settore agro-alimentare della provincia reggina di farsi conoscere e apprezzare da un pubblico più vasto. Obbiettivo: far conoscere e apprezzare le eccellenze calabresi in tutto il mondo facendo riscoprire gli antichi sapori. Un progetto certamente ambizioso che si è rivelato vincente, come ci racconta Vincenzo Squillaci, 36 anni, direttore commerciale del Consorzio e, a sua volta, titolare di una delle aziende che del Consorzio Motta fa parte, la Agriarti.
«La crescita del nostro Consorzio è stata esponenziale. Partito, dopo l'atto costitutivo del 2003, con un manciata di aziende ora conta oltre una quindicina di realtà produttive non solo della provincia reggina ma di tutta la Calabria. Le imprese forniscono prodotti di alta qualità, che nascono da una scrupolosa selezione della materia prima, per poi venire trasformati in modo artigianale e tradizionale. Di fatto siamo riusciti nel nostro intento perché il Consorzio Motta fa selezione e diffusione dei prodotti tipici del territorio e valorizza le aziende che producono, credono e investono nei prodotti calabresi e dà un mano concreta a tutte le aziende associate ad esportare i propri prodotti in tutta Italia e all'estero».
Che cosa si trova nel grande negozio del Consorzio, peraltro anche online, tramite l'opportunità offerta da Artimondo? «Tutto quanto fa il buono e il tipico della Calabria: dalla confettura di fichi d'india a quella di peperoncino dolce e piccante, dalla marmellata di cedro al miele aromatizzato, dai sottoli alle creme piccanti, all'olio e agli altri condimenti, dai salumi più tipici e prelibati come il capocollo, la soppressata, la spianata, la n'duja ai succhi e ai liquori di bergamotto e di fichi d'india».
Ci sono pregiudiziali per accogliere un'azienda nel Consorzio? «L'importante è avere dei prodotti tipici e produrli nelle proprie aree di attività. Non ci interessano le industrie ma i piccoli produttori, gli artigiani. All'interno del Consorzio ci sono sostanzialmente tutte microimprese gestite a livello famigliare che producono eccellenze. Non ci importano i meri volumi di produzione delle singole imprese, ci sta a cuore solo la qualità dei prodotti che vengono proposti da chi vuole entrare a far parte del Consorzio, perché il Consorzio produce a marchio proprio e ha un proprio stabilimento a Motta San Giovanni, dove ogni prodotto converge per venire poi distribuito ovunque. Le aziende consorziate conferiscono oltre una cinquantina di articoli di una decina di categorie differenti».
Adesso faccia anche il socio, ci racconta della sua Agriarti? «La mia azienda è una cooperativa gestita a livello famigliare e specializzata nel settore liquoristico anche se forniamo al Consorzio pure miele e alcune conserve. La Cooperativa Agriarti nasce nel 1997 per volontà e iniziativa di alcuni agricoltori ed esperti del settore. Ci lavoriamo io e altri due soci, mia moglie Maria e due dipendenti. Si può ben dire che siamo nati con il liquore di fichi d'india, un frutto molto diffuso nella zona collinare di Motta e poi abbiamo ampliato la nostra produzione con i liquori al bergamotto, alla liquirizia, al mandarino e all'arancio lasciando un po' di spazio, in un secondo tempo, anche alle conserve, alle marmellate e ai mieli».
Mi scusi ma se è vero, come è vero, che il fico d'india ha proprietà antiossidanti, il bergamotto evoca nell'immaginario collettivo soltanto un buon profumo e nient'altro. O sbagliamo?
«E' vero il bergamotto nasce più di duecento anni fa come essenza che ha fatto e continua a far da base ai profumi più noti e più pregiati al mondo, ma in realtà il frutto ha caratteristiche eccezionali scoperte in questi recenti anni: aiuta molto ad abbassare colesterolo e a regolare glicemia e pressione. E del frutto si utilizza tutto: dalla buccia per l'essenza alla polpa per la marmellata. E il bergamotto è un'altra esclusività di queste nostre terre dato che cresce solo in una fascia ristretta di circa 80 chilometri, baciata da un microclima particolarissimo, sulla costa adiacente Reggio Calabria, tra il Tirreno e lo Jonio. Ed è in questa zona che rende al suo massimo in termini di sapore, polpa e profumo tanto che hanno tentato di imitare le nostre coltivazioni in varie parti d'Italia e d'Europa ma con risultati scadenti».
Microclima a parte che cosa fa la differenza nei vostri prodotti? «Qui, in questa fascia reggina, ci sono secoli di esperienza. Chi lavora il bergamotto o il fico d'india sa per tradizione che cosa fare e quando lo deve fare. E proprio grazie all'esperienza e ai mezzi a nostra disposizione che dal frutto estraiamo il succo, o lavoriamo la buccia o lo trituriamo per la polpa.
E parliamo di una decina di quintali all'anno di fichi d'india, perché il frutto si presta sostanzialmente solo a venir trasformato in liquore o in marmellata, mentre per il bergamotto siamo sui mille-duemila quintali».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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