Mieli: ha ragione Enzo Bettiza Sulla “Primavera” Umberto fu timido

Il direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli concorda con Enzo Bettiza nella polemica con Umberto Eco sulla Primavera di Praga. «Bettiza aveva ragione - ha detto mercoledì sera Mieli a Cortina durante un dibattito all’interno degli incontri culturali “Cortina InConTra” -: Umberto Eco come molti intellettuali di sinistra italiani non è che fosse prettamente a favore dell’intervento sovietico, ma era molto preoccupato che si arrivasse a uno scontro in un fronte, quello sovietico, che si voleva assolutamente unito».
«A quei tempi - ha aggiunto Mieli - tutto veniva affidato a una certa realpolitik, che imponeva di mantenere unito il campo anticapitalista. Certamente era un atteggiamento colpevole ed è un atteggiamento che continua anche oggi nella sinistra italiana: si rimpiange la mancata unità contro il nemico di turno. Ma queste unità fittizie - ha concluso - non portano a niente, è meglio perderle che trovarle».
All’incontro svoltosi a Cortina d’Ampezzo e moderato da Enrico Cisnetto (ideatore e organizzatore della manifestazione) l’altra sera dal direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli è arrivato un vero assist a Enzo Bettiza nella polemica sulla Primavera di Praga che sta tenendo campo sui giornali in questi giorni. Tre giorni fa, sempre a Cortina, Bettiza (autore, tra l’altro, del recente volume La primavera di Praga. 1968, la rivoluzione dimenticata» (Mondadori) aveva detto che «a Eco non importava nulla degli studenti e dei lavoratori di Praga: a lui importava solo che il blocco sovietico rimanesse compatto».

«Umberto Eco? Un piacevole studioso - aveva aggiunto - un importante semiologo. Tuttavia quando ci fu l’invasione della Cecoslovacchia da parte dell’Unione Sovietica nel 1968, lui era solo terrorizzato che il golpe sovietico fallisse, che il sistema non reggesse».

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