Miguel Domingo

Questo spagnolo era un salesiano e fu uno dei tanti uccisi in odio alla fede cristiana durante la guerra di Spagna del 1936. Tanti, che, com’è noto, la Chiesa deve procedere a beatificazioni di gruppo, e a gruppi di centinaia alla volta. Oggi in Spagna si cerca di far passare con legge una «memoria» storica piuttosto di parte, come se il clero spagnolo avesse tifato per i nazionalisti contro la legittimità repubblicana. Ma anche Stalin e Hitler erano «legittimi» in base alle rispettive costituzioni. I vescovi spagnoli si schierarono, e molto dopo, con la parte che non li massacrava. Poi, a guerra terminata, salvarono la vita a tantissimi condannati politici. Ma si sa com’è: per i marxisti, siano ex o post, la storia non è storia ma un’arma. Il nostro Miguel Domingo era nato a Caseras, in diocesi di Tarragona, nel 1909. Come tanti, studiò dai salesiani a Rocafort, in quel di Barcellona, poi a Campello, in provincia di Alicante, e infine nel collegio di Sarriá. Qui nel 1928 divenne salesiano anch’egli. I superiori lo mandarono a Mataró, sempre dalle parti di Barcellona. Dopo tre anni passò a Carabanchel, in provincia di Madrid, per studiare teologia. Durante il secondo anno di corso, nel 1936, stava trascorrendo l'estate a Sarriá quando lo sorprese lo scoppio della guerra civile.

Cominciò la caccia al cattolico e Miguel Domingo dovette rifugiarsi in casa di amici. Dopo qualche giorno, per non compromettere chi lo aveva ospitato, se ne tornò a Caseras, dai suoi genitori. Idea infelice perché là venne riconosciuto e acciuffato dai miliziani. Lo portarono via e gli spararono.

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