«Ho visto abbastanza gente in giro, ognuno avrà avuto i suoi motivi, ma questi sono giorni in cui non dobbiamo mollare. Stiamo in casa. Alcuni segni di miglioramento ci sono, non sprechiamo lo sforzo che abbiamo fatto» l'invito del sindaco Beppe Sala. Dello stesso tenore le dichiarazioni del vicepresidente della Regione Lombardia Fabrizio Sala: «Ci sono ancora persone che escono senza validi motivi. L'unica vera arma che abbiamo è l'isolamento sociale: dobbiamo restare a casa il più possibile. Più rimaniamo in casa, prima, lentamente, riusciremo a uscire».
Cosa è successo? Anche questa volta l'annuncio ha avuto un immediato effetto boomerang. La circolare del capo di gabinetto del Viminale ai prefetti che puntava a chiarire l'interpretazione del decreto del 23 marzo in merito alla possibilità di fare una passeggiata con i propri figli, senza monopattini o tricicli, nei pressi di casa ha immediatamente fatto pensare che si stesse allentando la morsa della quarantena. «Un errore psicologico, dimostra che si sta mollando la presa e oggi c'è troppa gente in giro» ha commentato amaro il governatore della Lombardia Attilio Fontana, artefice da sempre della linea dura. Anche perché la circolare in realtà era stata interpretata come una nuova disposizione.
È toccato a lui, fiancheggiato dall'assessore al Welfare Giulio Gallera serrare i ranghi. Fontana ha detto di avere avuto un colloquio telefonico con il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese che gli avrebbe annunciato l'intenzione di «far uscire un comunicato per chiarire». Da Roma è poi arrivato il dietrofront: «È stato un errore di interpretazione, non cambia nulla» avrebbe poi precisato il ministro Lamorgese. «Le regole sugli spostamenti per contenere la diffusione del coronavirus non cambiano» la precisazione che campeggia sull'homepage del sito del Viminale.Ma il danno è fatto. Esattamente come successe la notte dell'8 marzo quando la diffusione della bozza del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che istituiva la Lombardia «zona rossa» provocò l'assalto ai treni diretti al Sud.
Ecco allora che tutta l'attenzione delle istituzioni è mirata a riportare l'ordine e la chiarezza sul fatto «che in Lombardia fino al 4 aprirle bisogna continuare a mantenere i comportamenti adottati sinora» le parole del governatore lùmbard.
Ha il pensiero rivolto ai bambini Paolo Limonta, maestro elementare ed assessore all'Edilizia scolastica: «In questo periodo i bambini sono stati i più sottovalutati. Si è pensato agli anziani dal punto di vista sanitario perché categoria debole, ai comportamenti da far rispettare agli adulti, ma si è sottovalutato il fatto che rinchiudere i bimbi in quattro mura per un mese più che una costrizione fisica rappresenta un blocco delle relazioni.
Si tratta di un'esperienza molto dura, ma che i bambini possono affrontare perché sono forti e hanno risorse a volte inaspettate». La passeggiata? «Credo che sia una scelta condivisibile, il vero problema sono gli adulti - spiega - ne approfittano per incontrarsi e vanificano il concetto della norma».
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