Si sono rivelate molto difficili le indagini sul delitto del parco Litta. L'omicidio di Marilena Negri, 67 anni, resta un giallo. Nelle prime fasi gli inquirenti avevano anche escluso che si potesse trovare una traccia di Dna utile sul corpo della vittima. Tanto meno sotto le sue unghie, il tipico residuo di un tentativo di difendersi: la donna infatti portava i guanti. Ora però c'è un elemento nuovo. Un campione genetico maschile esiste e sono in corso i confronti per provare ad associarlo a qualcuno.
Le indagini sono condotte dalla Squadra mobile e coordinate dal pm Donata Costa. Gli investigatori non si sono dati per vinti e sono riusciti a «ripulire» meglio una traccia, rinvenuta accanto a una macchia di sangue della vittima, che inizialmente sembrava inutilizzabile. Non è affatto certo tuttavia che il Dna isolato appartenga all'assassino. Si trovava infatti in un luogo, sugli abiti di Marilena Negri o sugli oggetti che aveva con sé, non direttamente riconducibile alla coltellata alla gola che l'ha uccisa lo scorso 23 novembre. Le comparazioni genetiche comunque, che sono all'inizio, aprono uno spiraglio in un'indagine che sembrava senza sbocchi.
Intanto hanno permesso di arrivare a un primo risultato. Di escludere la responsabilità di quello che finora è stato l'unico indagato nell'inchiesta (e di cui non si era saputo). Si tratta di un uomo di nazionalità ucraina, che faceva parte della cerchia di conoscenze della donna e indicato agli investigatori da qualcuno che la conoscenza ma che appunto è risultato estraneo. La sua posizione è stata archiviata. La ricerca di una eventuale corrispondenza con il campione raccolto sarà probabilmente lunga. La prima fase serve a escludere le persone per le quali il ritrovamento di Dna addosso alla 67enne è del tutto normale: familiari, conoscenti, soccorritori. Se la traccia risulterà invece appartenere a un ignoto, la speranza è che combaci con un Dna conservato negli archivi delle forze dell'ordine. Che l'assassino cioè sia in qualche modo schedato. L'ultima possibilità è che il reperto resti anonimo. Non hanno dato finora esito altri tentativi di chi indaga. Né la diffusione della foto della catenina che Marilena Negri portava quella mattina all'alba quando è uscita per fare una passeggiata con il cane.
E che poteva saltare fuori in un qualche Compro oro. Né la pubblicazione del video del probabile killer che si allontana dal parco, in cui si vede che indossava pantaloni neri, giubbotto con il cappuccio alzato e sciarpa sopra la bocca. Ma purtroppo non il volto.
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