Cronaca locale

"Il dirigismo ambientalista danneggia imprese e lavoro"

L'assessore regionale allo Sviluppo economico avverte "Obiettivi green giusti, ma oggi non lasciano libertà"

"Il dirigismo ambientalista danneggia imprese e lavoro"

Guido Guidesi, assessore regionale allo Sviluppo economico, i dati sull'economia lombarda sono molto buoni, forse superiori alle aspettative. Qual è la situazione?

«Sono numeri assolutamente straordinari, ma le garantisco che nelle visite alle aziende si percepiva entusiasmo. Siamo felici e sono buoni anche i dati di settori in crisi non dovuta al Covid. Segno anche che ciò che abbiamo fatto in questi mesi con imprese e categorie è servito».

Cosa avete fatto?

«Abbiamo accompagnato quelli che più hanno patito l'emergenza e le chiusure, abbiamo seguito chi rischiava di chiudere, messo a disposizione risorse e rivisto gli strumenti a disposizione, valutando non solo il loro utilizzo ma il moltiplicatore che garantiscono. C'è stato un continuo confronto, con qualche sperimentazione, per esempio sulla patrimonializzazione: non è detto che il piccolo debba diventare grande».

Per molti le imprese devono crescere.

«Sono convinto che il capofila di una filiera che produce con velocità e capacità tecnologica non compete sui costi di produzione ma sulla qualità, e la qualità magari è data da un bullone realizzato da un artigiano. Conta la stabilità più della dimensione».

Il futuro?

«Il passaggio dall'emergenza alla strategia lo faremo intervenendo dove manca formazione, o patrimonializzazione, o altro, ma la Regione non interviene nelle scelte degli imprenditori, che hanno dimostrato di sapere dove vanno».

Niente dirigismo.

«Sarebbe un grandissimo errore. Noi non dobbiamo dire dove investire. La ricetta pubblico-privato è vincente. Il pubblico fa il pubblico e il privato fa il privato. Io faccio l'assessore, non l'imprenditore».

Con questo governo lavorate bene?

«C'è un'interlocuzione quasi quotidiana, ma è quasi scontata, il problema c'è stato col precedente governo, con cui non ne avevamo alcuna. Anzi ci hanno sempre ostacolato, fino ad arrivare a livelli fuori dal contesto istituzionale. Con questo governo si lavora, ci si confronta. A volte siamo stati noi ad avere idee, per esempio sulle vaccinazioni in azienda».

Il Pnrr opportunità vera per la Lombardia?

«Lo spero per la Lombardia e anche per il governo: i dati dimostrano che siamo il traino del Paese, ma se godessimo di una regime fiscale come quello dei lander saremmo la regione più produttiva d'Europa. Per raggiungere quegli obiettivi si devono coinvolgere i territori, e questa è anche una condizione per ricevere quelle risorse».

L'Europa oggi è molto «green», vuole molta sostenibilità e «transizione ecologica».

«E io sono assolutamente d'accordo sugli obiettivi, ma un conto è dirci: Gli obiettivi sono questi, un conto è dirci: Per raggiungerli dovete fare cosi. Questo non va bene, rischia di essere anticoncorrenziale e di limitare lo sviluppo tecnologico e anche delle idee».

Spieghiamo meglio...

«Prendiamo l'automotive. Chi può dirci che un'auto elettrica nel suo ciclo di vita è meno impattante di un Euro 7 diesel? Nessuno. Se l'obiettivo è abbassare le emissioni dobbiamo raggiungerlo, ma tutelando i nostri comparti produttivi. Se in un'auto elettrica la componentistica lombarda è del 30 e in un diesel è del 70-80%, allora dico sì agli obiettivi ma tutelando il lavoro. E ognuno li raggiunga come meglio crede. Se la nostra ricerca ci consente di raggiungerli prima, tutelando il lavoro, dobbiamo poterlo fare».

C'è un approccio fondamentalista?

«Se fissiamo obiettivi con un metodo omologato per tutti, rischia di diventare un problema sociale. Il come dev'essere lasciato alla libertà degli attori in campo, altrimenti rischiamo che la transizione costi molto ai cittadini».

Milano sbandiera la sua vocazione verde.

«Mi pare che oggi Milano non abbia un obiettivo, soprattutto adesso. Quale sarà la Milano del 2030? Non si percepisce questa visione, questo è il problema».

La Lombardia può reggere altre chiusure?

«No. Ma la Lombardia è la regione che ha vaccinato più di tutte, ha reso immuni le persone più fragili, abbiamo vaccinato oltre l'80% dei cittadini dai 60 anni in su. Quel che abbiamo fatto ha funzionato. Si è visto un pieno recupero della capacità di risposta anche nell'emergenza. Noi non possiamo permetterci altre chiusure.

Se i vaccini sono la soluzione, siamo andati in quella direzione con una campagna che sta dando risultati eccezionali, grazie anche ai cittadini».

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