Esce di casa e sparisce La sua bambina la aspettava a scuola

Esce di casa e sparisce La sua bambina la aspettava a scuola

Patrizia Rognoni è sparita a 56 anni, il 16 settembre 2009, dalla sua casa di Castelveccana (Varese) ma, secondo i suoi amici, è un pezzo che nessuno la cerca più con determinazione. Quella necessaria a scoprire qualcosa di veramente concreto di una persona che, di sua iniziativa (e su questo sono concordi tutti quelli che la conoscevano) non sarebbe di certo mai scomparsa. Quella che serve a comprendere, ma soprattutto a provare, se ci sia mai stato qualcuno che avesse un reale interesse a sbarazzarsi di lei.
Patrizia era nata a Luino, in quell'angolo di Lombardia attaccata alla Svizzera ma che sempre provincia è. Era sola, probabilmente lo era sempre stata. Figlia unica di due genitori ormai morti, dopo un diploma da ragioniera ottenuto con il massimo dei voti nel '72 lei, bella ragazza senza pretese, aveva dovuto fare i conti con i sentimenti. Conti che non erano tornati. Un matrimonio iniziato presto e finito male, un altro terminato da poco, tra carte bollate e reciproche accuse di maltrattamenti e privazioni di diritti. E non solo l'amore era stato un mezzo disastro. Per salvare le prime nozze, infatti, Patrizia aveva lasciato un prestigioso impiego come segretaria dell'amministratore delegato di una grande banca, in Svizzera. E, dopo la chiusura dell'attività commerciale della famiglia, nel centro di Luino, era stato un lento declino economico. Conclusosi con un negozietto di t-shirt a Lugano che stentava a decollare.
Questa donna, però, era molto benvoluta. Amici, ex compagni di scuola che continuava a frequentare, conoscenti con i quali si confidava e che ne apprezzavano la franchezza, l'onestà, la voglia di vivere nonostante tutto e tutti. Persone che si sono sempre rifiutate di catalogare nel tritacarne delle inchieste finite nel nulla, la sua sparizione come «scomparsa volontaria o suicidio».
E poi c'è la sua adorata Giulia, la figlia, ora sedicenne e che abita con il padre a Luino. Patrizia aveva partorito a un'età che difficilmente ti fa ancora sperare di poter cambiare pannolini e preparare pappe. E se succede è una gioia immensa. A lei era andata proprio così: la sua vita affettiva in frantumi si era ricomposta con la gravidanza. E il legame con Giulia era talmente forte che nessuno avrebbe potuto spezzarlo, se non con la forza. «Patrizia non avrebbe mai lasciato Giulia di sua iniziativa. Mai. - ripete determinata Graziella Gironzini, 74 anni, ex insegnante d'italiano alle superiori che ancora sentiva e frequentava l'ex allieva Patrizia -. Ho pensato tante volte alla scena capitata la mattina successiva la sua scomparsa. Quel giovedì Patrizia doveva andare a prendere la figlia che l'aspettava davanti a scuola. Era una donna puntualissima. E adorava Giulia sopra ogni cosa. La bimba rimase lì ad attendere la mamma invano per qualche ora, si mise a piangere, la notò un passante che poi diede l'allarme. Ecco: chi conosceva Patrizia sa bene che per lei, abbandonare sua figlia in strada, da sola, a quel modo, era la più remota delle possibilità».
A casa, nel residence di Castelveccana dove viveva, Patrizia non c'era più dalla sera prima. Quando, giunta nell'appartamento dopo un colloquio con il suo avvocato (il lunedì dopo, 21 settembre, si sarebbe tenuta l'ultima udienza della causa penale che aveva in corso con l'ex marito, ndr) era uscita all'improvviso lasciando la luce e la tv accese, la macchina in garage, la borsa con il portafogli dentro, il cellulare e le chiavi. E da allora non si era più vista. Sì, secondo gli inquirenti se ne sarebbe andata così. L'unica segnalazione di rilievo l'ha fatta, il 14 marzo dell'anno scorso, una residente della zona, parlando a «Chi l'ha visto» di un'auto sospetta con a bordo due uomini che quella sera sarebbe stata parcheggiata vicino all'ingresso del residence. Uno spunto per spingere gli inquirenti a indagare in direzione di un rapimento o, comunque, di una sparizione certamente non volontaria. Patrizia potrebbe essere andata ad aprire a persone che già conosceva e che, con qualche scusa, l'hanno spinta a seguirle promettendole di riaccompagnarla in seguito? Persone mandate da qualcuno che avrebbe avuto interesse a sbarazzarsi di lei? «Non sappiamo se sia andata proprio così. Certamente tra le ipotesi più caldeggiate da noi, ex compagni di scuola e insegnanti, c'è quella che Patrizia sia stata portata via da qualcuno di cui si fidava e che conosceva bene.

Qualcuno che lei ha raggiunto al portone del residence, lasciando tutte le sue cose in casa, senza indugio. Senza contare che, nonostante lunghe ricerche nel lago Maggiore, non è mai stato ritrovato alcun cadavere» conclude la prof.

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