Di solito hanno meno di cento posti, sono collocati ai margini della città e svolgono anche un ruolo «sociale» nellaccezione primaria del termine: permettono agli abitanti del quartiere di socializzare, di incontrarsi nell'ambito di laboratori di recitazione creati apposta per loro e talvolta di collaborare alla scelta degli spettacoli da mettere in cartellone. I piccoli teatri sono una peculiarità della scena culturale milanese a cui le istituzioni non dedicano sufficiente attenzione.
L'Officina nei dintorni di via Padova, lo Scighera alla Bovisa, il Cooperativa a Niguarda (presso il quale fino al 5 aprile Renato Sarti dirige e interpreta «Chicago Boys», una caustica pièce che prende di mira il liberismo selvaggio) e a suo modo persino il Teatro della Memoria in Mac Mahon (un piccolissimo spazio per i cultori della tradizione drammatica ambrosiana, di nicchia e insieme incredibilmente iperpopolare) sono luoghi allo stesso tempo di sperimentazione e di aggregazione, punti di riferimento per compagnie di ricerca e per associazioni che tentano di riqualificare le periferie.
Appena un po più grande di questi quattro, ma molto simile per scelte artistiche e impegno nel territorio, il Ringhiera, vicino a piazzale Abbiategrasso, è il più attivo sul fronte della divulgazione teatrale (e dal 12 al 15 aprile ha in cartellone il bell'excursus nella vita e nell'opera di Federico Garcia Lorca firmato da Maria Pilar Pérez Aspa), mentre a meno di un chilometro di distanza, il Pim Off propone il meglio della giovane danza e dell'avanguardia scenica italiana (e il 16 aprile ospita il debutto di «Melodia per una nota sola», un progetto drammaturgico di Maria Pietroleonardo).
Nell'ex capannone industriale che ospitò fino al 2010 il Pim, tra viale Umbria e corso Lodi, si è ora insediato lo Spazio Tertulliano, un palcoscenico su cui si esibiscono compagnie giovani con un repertorio legato al teatro di parola e narrazione (e che dal 4 al 6 aprile ospita «Assenti per sempre», uno spettacolo di e con Umberto Terruso ambientato nell'Argentina della dittatura militare).
Ma i piccoli teatri si trovano anche nel centro storico, un po' mimetizzati tra i palazzi residenziali come il Teatro della Contraddizione (un minuscolo e battagliero spazio in zona Porta Romana, molto stimato nel contesto internazionale), o incuneati tra la Darsena e la Conca dei Navigli come il Teatro i di via Gaudenzio Ferrari. In questa sala da circa 80 posti, che in occasione di ogni allestimento subisce ingegnose e sorprendenti trasformazioni, fino a giovedì è in cartellone "La paura", uno spettacolo diretto e interpretato da Elena Bucci. All'incrocio tra un reading, un concerto e una performance ad alta intensità sensoriale, l'ultima creazione della fondatrice della compagnia Le Belle Bandiere è imperniata su «l'emozione predominante negli ultimi anni in Italia: un sentimento che può trasformarsi in uno strumento di potere più affilato di un coltello», ma che può anche essere affrontato e denudato nella sua consistenza spesso illusoria, paradossalmente grazie agli «stessi strumenti che consentono in teatro di creare magie, come l'alzata di uno schermo, l'uso delle ombre, il mistero sciocco di lampade che calano o il brillare di una gelatina industriale»".
Situato in pieno centro, alle spalle della Scala, il Filodrammatici propone sino a giovedì 5 aprile «Oscar Wilde, il clown dal cuore infranto», uno spettacolo scritto e diretto da Simone Toni, e interpretato da tre giovani e bravi attori.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.