I cento angoli memorabili che raccontano leggende

Raccolti in un libro i segreti di molti luoghi cittadini e della loro storia che riserva sorprese e stranezze

Simone Finotti

Non la solita storia. E non la solita Milano. Quella che emerge angolo dopo angolo, aneddoto dopo aneddoto dalle pagine della Storia di Milano in 100 luoghi memorabili di Giacinta Cavagna di Gualdana, da poco uscita per Newton Compton (288 pagine, 12,90), è una città in gran parte sconosciuta anche a chi pensa di non avere nulla da imparare, perché perfino dai luoghi più iconici come la Madonnina, la Galleria, la Scala, il Castello e Sant'Ambrogio spunta la curiosità che non ti aspetti. «Figuriamoci poi quando si rievocano vicende meno note, come quella del Borgo delle Grazie, del Jamaica, della Centrale dell'acqua di via Cenisio, o ci si aggira fra Bagni Diana, Palazzo Turati, Giardino Perego, via Vivaio e Monte Stella», spiega l'autrice, classe 1980, milanese doc al suo secondo libro sulla città (il primo, sempre per Newton, ci ha portato Alla scoperta dei segreti perduti di Milano). La sua formazione (ha studiato Storia dell'arte contemporanea in Statale), ma soprattutto la sua curiosità e il suo stile di scrittura leggero e frizzante sono le ricette del successo del libro, ben lontano dalle banalità e dagli eccessi di pedanteria. «Lo sto presentando nei luoghi di cui parlo. Come la Società del Giardino, nata a fine Settecento da un gruppo di milanesi che, in una città già piuttosto affollata e chiassosa, cercavano un angolo verde e tranquillo per giocare a bocce. Trovatolo in un vicolo dalle parti di piazza Cavour, vi hanno stabilito la loro prima sede. A inizio Ottocento il trasferimento nel prestigioso Palazzo Spinola».

Il libro è diviso in due parti. «La prima, Conoscere la città, contiene un bigino dei 10 must imperdibili di Milano, seguito da approfondimenti per chi vuole saperne di più». E qui è la volta della Mediolanum romana, con il foro, di quella paleocristiana con Sant'Eustorgio o di quella più recente, dal rifugio antiaereo di piazza Grandi alla M1, da QT8 al Bosco verticale, dalla Fiera Campionaria a Citylife. E ancora il Planetario, il Piccolo Teatro, gli studi Rai dove il 3 gennaio 1954 iniziò la storia della tv italiana, con Mike Bongiorno e Fulvia Colombo. Chicca rinascimentale: dall'Archivio di Stato emerge il primo contratto milanese di Leonardo da Vinci, che rinunciò alla caratteristica scrittura speculare; non resterà deluso nemmeno chi vuole avventurarsi lungo i Navigli o verso San Siro e i templi dello sport.

Poi c'è Vivere la città, ovvero la Milano à la page e commerciale, dal panettone all'Apple store. Dietro ogni saracinesca si nasconde una storia unica, come quella della Ravioleria Sarpi, con l'offerta fusion di ravioli cinesi e carni italiane. O della tipografia Pettinaroli, della pescheria Spadari e del centenario Ceratina di via Meravigli, fondato nel 1919 da Ettore Angelino, chauffeur di Vittorio Emanuele III.

Ma s'incontrano anche Gualtiero Marchesi e la sua foglia d'oro, Bernardo Caprotti e la scommessa (stravinta) dell'Esselunga, Gae Aulenti, Oldenburg, Van Bruggen e il loro Ago e filo. In cantiere c'è un seguito per rivelare una Milano insolita lungo le linee metropolitane.

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