Cronaca locale

I dolori di Casanova e la paura dell'amianto

Al Piccolo, Tiezzi mette a nudo il declino del seduttore. Ecocrimini sul palco del Verdi

Antonio Bozzo

Un seduttore ormai al tramonto verso la sua Venezia: ha voglia di patria. Libertino 53enne, stanco ma non domo, mette gli occhi sulla giovane Marcolina, che lo rifiuta. Ma il seduttore non si dà per vinto ed escogita un sotterfugio per aggiungerla alla lunghissima catena delle conquiste.

È Il ritorno di Casanova, di Arthur Schnitzler, piatto forte della settimana teatrale. Va in scena al Piccolo Teatro Studio, regia di Federico Tiezzi, fino al 29 maggio. Casanova è Sandro Lombardi. «Interpreto un uomo fragile, quasi disperato. Ha nostalgia di Venezia, città che, come Roma, dà nostalgia a tutti, anche a chi c'è stato una sola volta», dice l'attore. «Nel declino di Casanova, Schnitzler ci annuncia in filigrana il tramonto dell'impero absburgico: il romanzo è del 1918». Philippe Sollers, nel libro «Il mirabile Casanova», fa l'apoteosi del libertino veneziano («un filosofo in azione, un grande scrittore») e critica Fellini, che lo rese gelido automa. «Fellini - ribatte Lombardi - raccontò il mito del machismo, non solo Casanova. E fece il film in quel modo per ripicca verso i produttori, che avrebbero voluto solo sequenze erotiche». Per confrontare i tanti Casanova della nostra memoria («ma oggi - conclude Lombardi - mi pare che la categoria non sia molto nutrita») con questo di Schnitzler-Tiezzi non resta che sedersi al Piccolo.

Tra gli altri spettacoli, segnaliamo Ulderico Pesce per la serie «Teatro Menotti al Teatro Verdi». Con L'Italia dell'amianto, fino al 22 maggio Pesce racconta una storia che svela gli intrecci di connivenze e criminali silenzi intorno a una sostanza che ha fatto migliaia di morti (e la tragedia non è terminata).

All'Elfo Puccini, in Sala Fassbinder, va in scena fino al 22 La danza immobile, regia di Corrado Accordino da Manuel Scorza, scrittore peruviano scomparso nel 1983, conosciuto per «Garabombo, l'invisibile» e «Rulli di tamburo per Rancas». «Un conflitto tra due uomini che devono scegliere tra amore e rivoluzione», disse Scorza del suo romanzo. Con Accordino, anche interprete, quattro attori: Riccardo Buffonini, Federica Castellini, Roberta Lanave, Giancarlo Latina.

Al Teatro della Cooperativa, Bebo Storti porta in scena (fino al 21 maggio) il delirio di un nostalgico delle «belle imprese» del Ventennio fascista. Il monologo, intitolato Mai morti (nome di un battaglione della Decima Mas), è ovviamente il cavallo di Troia per viaggiare in un'epoca buia e mettere in guardia contro possibili «reincarnazioni».

Chiudiamo la scorribanda tra le sale con Galateo di Maria Cassi al Franco Parenti (fino al 29 maggio). Buona occasione per conoscere una mattatrice che ha successo anche all'estero, nata al Teatro del Sale di Firenze (che dirige), ma di casa al Parenti. A molte repliche, tra il pubblico ad applaudire c'è il marito della Cassi, il celebre cuoco Fabio Picchi del Cibreo fiorentino. Il Galateo prende le mosse da monsignor Della Casa e arriva a trattare, con irresistibile comicità, gli aspetti più curiosi del vivere oggi.

In una società dove si è imposta la cafonaggine di massa: almeno ridiamone con le plastiche facce di Maria.

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