Cronaca locale

Leonardo torna nella sua casa Mostra permanente sul genio

Al Museo di Scienza e Tecnica (a lui dedicato) aperte le «Nuove Gallerie»: raccontano l'uomo e le sue opere

Leonardo torna nella sua casa Mostra permanente sul genio

Leonardo torna a casa. Dopo il «tour» globale con cui il mondo, negli ultimi 15 anni, lo ha celebrato se possibile «riscoperto» - in particolare nel 2019, a 500 anni dalla morte, è ora di fare rientro là dove è sempre stato. Milano è stata la sua casa più di ogni altra città: ne ha visto crescere il talento di artista e le intuizioni di scienziato e il museo della Scienza e della Tecnologia è il suo «quartier generale» fin dal 1953, quando aprì in suo onore, con il nucleo fondante delle sue machinae ricostruite all'epoca da ingegneri di Aeronautica, Esercito, Marina Militare e Arma del Genio.

Ed è proprio qui che, da oggi, la nuova casa di Leonardo ha preso forma «Come eredità perenne o almeno per i prossimi, altri 500 anni», hanno spiegano, fieri, gli organizzatori, grazie ad un progetto iniziato quasi un lustro fa. Le nuove Gallerie Leonardo con un nuovo sito web ed un percorso autonomo nella visita - costituiscono «La più grande esposizione permanente al mondo dedicata a Da Vinci ingegnere, umanista e indagatore della natura», ha spiegato Fiorenzo Galli, direttore generale del museo. La nuova «domus» di Leonardo, curata da Claudio Giorgione e Pietro Cesare Marani, fra i massimi esperti di Da Vinci, ha il sostegno dei musei Reali di Torino, della Soprintendenza Castello con i musei archeologici e storici di Milano, dell'Institut de France di Parigi ed del Royal Windsor collection Trust. Partner pubblici e privati e un concetto moderno di museo che amalgama grandi spazi e tecnologie, opere originali ed installazioni multimediali. L'appeal della modernità e il rigore della scienza si fondono, in un serrato confronto con i suoi contemporanei che ne fa emergere la grandezza.

Oltre 170 opere, fra cui 70 modelli e plastici storici, 33 naturalia, 18 volumi antichi, 17 calchi, 14 fra affreschi e dipinti, 13 facsimili storici e 39 installazioni accompagnano il visitatore. Le alte crociere del monastero olivetano seicentesco sono la quinta da cui i modelli novecenteschi delle «macchine» dall'icosaedro alle navicelle volanti - di Da Vinci prendono nuova vita. La prima sala è stata trasformata in una via di una città toscana rinascimentale grazie a quinte dipinte lungo le pareti, fra fantesche, artigiani e ragazzi di bottega quella di Verrocchio - che, come colorati ologrammi, raccontano «a day in the life of» ai tempi di Leonardo. La sala dedicata all'arte della guerra sembra procedere dalla grande balestra collocata all'interno di un diorama con scene di battaglia. Che non si ammirano, ma in cui ci si può tuffare con la fantasia della realtà immersiva. La conclusione del percorso ha la leggerezza del vento e la potenza del diluvio. Un'istallazione riproduce i moti vorticosi e i capricci del «meteo» così come Da Vinci li fissò in tanti disegni.

In esposizione anche 12 affreschi con Bernardino Luini in primis - in prestito dalla pinacoteca di Brera, Kosmos e dal museo di Storia Naturale dell'Università di Pavia.

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