Le mani della mafia sull'edilizia popolare Chiuso un cantiere

Le mani della mafia sull'edilizia popolare Chiuso un cantiere

Un mese per le indagini e 48 ore per togliere l'appalto al Consorzio in odore di mafia, prima provvedimento del genere in città. Un'operazione lampo, risultato della stretta collaborazione tra Prefettura di Roma e Procura e Comune di Milano che ha consentito di scoprire come il gruppo Aedars, incaricato di relizzare 48 alloggi per famiglie sfrattate in via Cogne, aveva come capofila la Fracla della «chiacchierata» famiglia siciliana Mollica.
Il provvedimento arriva al termine di accertamenti avviati quando Aedars, impegnato dal 2010 a realizzare un complesso di edilizia pubblica a Quarto Oggiaro, aveva chiesto una revisione prezzi. A opera ormai ampiamente avanzata, il Comune aveva infatti deciso di ampliare il progetto, prevedendo anche la realizazione di un asilo nido e la bonifica delle aree circostanti. Facendo lievitare i costi sopra i 5 milioni, soglia per la quale scatta una fase più approfondita di controlli. E così Antonella Fabiano e Massimiliano Papetti, a capo delle direzioni Centrale opere pubbliche e Centrale tecnica, hanno avviato verifiche su posizione fiscale e bancaria del Consorzio, su pagamenti di contributi, regolarità dei contratti di lavoro, sicurezza nel cantiere, assetto proprietario. Contemporaneamente era arriva la segnalazione di un avvio di indagini da parte della Prefettura di Roma, dove ha sede la Aedras, ma anche dalla Direzione investigatica antimafia della Procura di Milano. A capo del consorzio risulta essere la Fracla, controllata al 98 per cento da Francesco Davide Mollica. Si tratta proprio del figlio di Pietro, originario di Piraino nel messinese, già coinvolto nel 1990 nell'inchiesta milanese «Fior di loto» sul riciclaggio dei soldi della Mafia. Insieme ai fratelli Domenico e Antonino, tre anni fa è statao già condannato a 5 anni e mezzo per il fallimento della loro impresa edile Siaf.
Alla fine i tre percosi si sono intrecciati, con scambi reciproci di infomazioni, scoprendo per esempio che il Consorzio aveva anc he preso un appalto dall'Anas a Como. E due giorni fa, sono scattate le revoche dei contratti sia con la società autostradale sia con il Comune. «È la prima volta - spiega l'assessore comunale ai Lavori pubblici Carmela Rozza - che viene presa una simile decisione in città. Mercoledì abbiamo notificato il provvedimento al Consorzio, concedendo 48 ore per recuperare ponteggi, attrezzature e macchinari. Domani (oggi per chi legge, ndr) a mezzogiorno scadrà il termine, dopo di che metteremo i sigilli al cantiere che verrà sottoposto a vigilanza armata, per evitare intrusioni.

Subito inizierà la verifica dell'avanzamento lavori, mi pare siamo circa al 50%, e il loro pagamento ma anche l'avvio della procedura per affidare ad altra ditta il completamento delle opere, che spero possa iniziare nel giro di 6/8 mesi. Nel frattempo abbiamo fatto altre verifiche ma nessuna delle 50 ditte apparteneneti al Consorzio ha appalti con il Comune».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica