Mezzo secolo di fumetti I romanzi sono a strisce

Ecco i capolavori della matita che hanno fatto letteratura Da Corto Maltese di Hugo Pratt ai «Cuori pazzi» di Altan

Simone Finotti

Mezzo secolo di maestri del graphic novel, quaranta «romanzi a strisce» e trecento tavole originali: ecco i tre ingredienti che si combinano alla perfezione nella mostra Fumetto italiano. Cinquant'anni di romanzi disegnati, aperta fino al 10 luglio al Palazzo della Permanente per ricordarci che anche a colpi di matita si può fare letteratura.

Come definire altrimenti lo sguardo intenso di Corto Maltese mentre, dalla riva del mare, osserva pensoso la sagoma di un veliero che, all'orizzonte, sembra immergersi nel rosso sole del tramonto? I curatori Paolo Barcucci e Silvano Mezzavilla, non a caso, hanno scelto di partire proprio da quel 1967 in cui iniziò la pubblicazione di «Una Ballata del Mare Salato», capolavoro di Hugo Pratt tra le cui pagine fece il suo esordio il marinaio più tenebroso della nona arte.

Ma questo non è che l'inizio: lungo le sale della Permanente si snoda un'esposizione che, secondo un criterio rigorosamente cronologico, ripercorre i decenni successivi fra personaggi unici, scenari mutevoli, tavolozze colorate, nero di china e bianchi accecanti. Con tanti, tanti ricordi. Come quelli evocati dagli splendidi lavori degli anni Settanta tra cui «Sharaz-De», le intriganti «Mille e una notte» reinterpretate da Sergio Toppi (1979-1984), e «Le Straordinarie avventure di Pentothal» di un giovanissimo Andrea Pazienza (aveva appena 21 anni nel 1977). Senza tralasciare il sogghigno amaro di «Cuori pazzi» di Altan (1979).

Per gli anni Ottanta ci sono, fra gli altri, il poetico e visionario «Fuochi» di Lorenzo Mattotti (1988), considerato una pietra miliare della narrativa a fumetti italiana, il mitico FuzziBugsi di Massimo Giacon (1984), e le avventure di Giuseppe Bergman in Oriente nel raffinato «Sognare forse...» di Milo Manara (1988).

Più recenti «Carnera» di Davide Toffolo (2001), sul mito pugilistico della «montagna che cammina», «Cinque è il numero perfetto» di Igort (1994-2002), con l'anziano guappo Peppino Lo Cicero, perfettamente a suo agio nella Napoli criminale degli anni Settanta, «In mezzo, l'Atlantico», autobiografia a fumetti di Marco Corona (2005), «Ciao ciao bambina» di Sara Colaone (2010), «Max Fridman» di Vittorio Giardino, ambientato nel mondo degli agenti segreti degli anni Trenta, «Cinquemila chilometri al secondo» di Manuele Fior, istantanea sentimentale e poetica di una generazione precaria (2010), per arrivare a «Dimentica il mio nome», quinto libro a fumetti di Zerocalcare (2014), per la critica l'opera della maturità del giovane artista aretino (al secolo Michele Rech, classe 1983).

Fra gli altri autori in mostra Carlo Ambrosini, Dino Battaglia, Paolo Bacilieri, Roberto Baldazzini, Luca Enoch, Guido Crepax, Gabriella Giandelli, Francesca Ghermandi, Magnus, Attilio Micheluzzi, Marino Neri, Leo Ortolani, Giuseppe Palumbo, Tuono Pettinato, Filippo Scozzari,

Sebastiano Vilella, Vanna Vinci. Bellissimo il catalogo Skira, che presenta le prime 5 tavole di tutti i romanzi in mostra con introduzioni e pagine critiche. Aperta tutti i giorni dalle 10.30 alle 18.30, ingressi da 6 a 8 euro.

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