«Che fotografo sono? Sono un misuratore di spazi: arrivo in un luogo e mi sposto come un rabdomante alla ricerca del punto di vista», diceva Gabriele Basilico. A tre mesi dalla scomparsa, avvenuta a neanche settant'anni, il Museo di Fotografia Contemporanea dedica un omaggio al maestro milanese che catturò le periferie della città quando ancora non era di moda, che colse i cambiamenti epocali in Medio Oriente, che raccontò i mutamenti delle metropoli europee negli anni Settanta e Ottanta, tenendo sempre alta l'attenzione sulla «sua» Milano (Omaggio a Gabriele Basilico a cura di Roberta Valtorta, www.mufoco.org, a Cinisello Balsamo, visite guidate il giovedì e la domenica, info 02. 6605661).
La potenza dell'occhio Basilico, «misuratore di spazi» - natali nel cuore di Milano, studente di Architettura al Politecnico, primo studio fotografico in via Brera - è suggerita dal percorso dell'esposizione che si snoda per oltre un centinaio di opere: non una mostra esaustiva, perché grande e multiforme fu il talento visivo di Basilico, ma di certo utile per ripercorrere, attraverso splendidi scatti in bianco e nero, le tappe salienti della sua carriera artistica, in particolare dagli esordi, nel '69, in una Milano incendiata dalle insurrezioni giovanili, fino al 1998.
I primi scatti sono ritratti familiari in interno e ci raccontano di un giovane Gabriele con gli occhi ben aperti sul mondo: il tema della fotografia sociale non sarà più abbandonato, sebbene declinato in altro modo. Si prosegue con una serie di scatti urbani: sono le prime «indagini» di Basilico, segugio delle architetture periferiche, indagatore del rapporto tra l'uomo e il paesaggio antropizzato, osservatore scrupoloso di dettagli che il suo scatto trasforma da insignificanti a sostanziali. Sono gli anni dei viaggi nei quartieri popolari milanesi, poi in centro Italia, in Emilia, e a Gaslow. Il percorso urbano prosegue al secondo piano dell'esposizione dove si trovano i reportage urbani più noti: Milano e le sue fabbriche, i vicoli di Napoli, il celeberrimo lavoro su Beirut e poi ancora Barcellona, Bilbao, Amburgo, Roma riprese negli anni Ottanta.
C'è una sezione intera della mostra che si concentra sui lavori recenti dedicati alla nostra città e all'hinterland: il museo ha infatti nel suo archivio un migliaio di scatti del maestro (alcuni donati da lui stesso) tra i quali il corposo lavoro, realizzato tra il 1987 e il 1997 per «Archivio dello spazio»
promosso dalla provincia di Milano. Gabriele Basilico ha misurato, con il suo obbiettivo, lo spazio in cui viviamo: il suo punto di vista, oggi, è più prezioso che mai per capire il futuro, e il senso, dell'area metropolitana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.