Gli Oh bej Oh bej irriconoscibili. Così hanno perso la loro anima

A Milano inizia il Natale con la tradizionale fiera degli Oh Bej Oh bej. Ma da alcuni anni l’artigianato locale che contraddistingueva questa manifestazione sta morendo, al suo posto solo cianfrusaglie

Gli Oh bej Oh bej irriconoscibili. Così hanno perso la loro anima

Anche quest’anno dal 6 al 9 di dicembre sono tornate a Piazza Castello le tradizionali bancarelle della fiera degli Oh Bej Oh Bej, un immancabile appuntamento che sancisce ufficialmente per tutti i milanesi l’inizio delle festività natalizie, tra il profumo di caldarroste, sorprese e curiosità di ogni tipo.

Fino al 2005 questo suggestivo mercato si svolgeva nella piazza della basilica di Sant’Ambrogio, proprio in memoria del santo patrono della città e la leggenda vuole che il nome Oh Bej Oh Bej (in milanese “Che belli” )rimandi al grido di gioia con cui i bambini ricevettero nel 1510 l’inviato papale Giannetto Castigilioni, che per farsi benvolere dalla popolazione aveva portato con sé diversi doni per gli abitanti della città.

Ma da alcuni anni ormai la fiera sembra aver perso il suo legame con la tradizione, fortemente legata all’artigianato locale. Le bancarelle sono aumentate a dismisura, le tipologie e la provenienza dei prodotti venduti è sempre più variegata e troppo internazionale e così dolciumi giocattoli e prodotti artigianali sono stati rimpiazzati da elettrodomestici, cianfrusaglie made in china e mercanzia orientale.

A lottare per il ritorno alle origini e far tornare la fiera di Sant’Ambreus, nella piazza omonima.

il municipio 1 della città, che per il secondo anno consecutivo vota all’unanimità una richiesta per farla tornare nella sua collocazione storica e per ridurne il numero di bancarelle e per tornare a valorizzare l’artigianato locale.

Ma il Comune non ne vuole saperne e gli Obej Obej al momento restano dove sono. E tra maschere africane e monili etnici, c’è ancora chi resiste e fa della tradizione il suo punto di forza.

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