Periferie, carcere e ragazzi: il Papa benedice Milano

Domani alle 8 l'arrivo a Linate, poi in via Salomone, tra rom e immigrati

Periferie, carcere e ragazzi: il Papa benedice Milano

«La fede c'insegna che Dio vive nella città» e quale città italiana è più città di Milano, che papa Francesco vedrà domani per la prima volta, se si esclude una brevissima visita dalla Stazione in Duomo negli anni Settanta? Questa «benedetta, maledetta città» l'ha definita il cardinale Carlo Maria Martini, come Francesco gesuita, che di Milano è stato vescovo per un ventennio. «Avete il compito di essere il centro pulsante della fede in Europa» aveva detto Papa Benedetto ad Angelo Scola, vescovo di Milano, e agli altri vescovi lombardi in visita in Vaticano. Era il febbraio 2013, otto mesi dopo il viaggio di Ratzinger a Milano, appena poco più di dieci giorni prima delle sue storiche dimissioni da Papa. Sono passati quattro anni, sembra tutto un altro mondo. Riecco Pietro a Milano.

E chissà che città vedrà Francesco viaggiando con l'auto scoperta, quali gioie, aneliti e speranze, e poi quali impegni consegnerà a colei che resta un crocevia della modernità come lo era del mondo antico. Il Papa scenderà alle 8 di domani mattina a Linate dall'aereo dell'Aeronautica militare, accolto da un drappello di autorità che hanno voluto attenderlo sotto la scaletta, perché nel suo denso programma non è previsto alcun appuntamento ufficiale col mondo della politica e dell'economia, nella città che nonostante la crisi resta la più ricca e potente d'Italia. Forse anche perché chi può, proprio come il ricco Zaccheo del Vangelo, riesce sempre a trovare un albero su cui arrampicarsi, se gli si risveglia il desiderio di vedere e di dare i beni ai poveri.

Non è così per tutti, certamente non per molti abitanti delle «Case Bianche», i grossi palazzi lattiginosi di via Salomone, nel quartiere Forlanini, luogo di contraddizioni, povertà e borghesia, auto incendiate e studi televisivi, dove Francesco arriverà alle 8.30 e si tratterrà per oltre un'ora, per visitare tre famiglie che vivono situazioni di difficoltà: una donna che accudisce da molti anni una persona gravemente malata, una famiglia di anziani, una famiglia di persone straniere di religione musulmana. Al Papa sarà consegnato uno scritto delle Piccole sorelle di Charles de Foucauld, religiose che abitano all'interno di queste case. Sono previste le testimonianze di un volontario della Caritas che si occupa di anziani e di una volontaria che fa doposcuola ai bambini.

Milano non è una città qualsiasi, meno che mai per il vescovo di Roma e primate d'Italia, chiamato anche a scegliere chi siederà in futuro sulla cattedra di Ambrogio: l'uomo eletto da Francesco sarà la guida spirituale per gli anni che verranno, tempi difficili, pieni di confusione e paure. E chissà che cosa dirà ancora una volta al Papa il biancore delle magnificenti guglie gotiche del Duomo, che tanto impressionò persino Teresina di Lisieux, la santa delle piccole cose a lui così cara.

Francesco sarà in cattedrale alle 10, scenderà nello Scurolo di San Carlo Borromeo, per pregare di fronte al Santissimo Sacramento e al corpo del copatrono di Milano, che con il suo rigore e il suo straordinario amore ai poveri e ai malati è stato un grande protagonista della riforma della Chiesa nel Cinquecento. Incontrerà i sacerdoti, i religiosi e le religiose, risponderà alle loro domande. Alle 11 uscirà sul sagrato per uno dei momenti di maggiore partecipazione di popolo: l'incontro con la folla dei milanesi per l'Angelus, con piazza Duomo come piazza San Pietro.

Poi si sposterà nel carcere di san Vittore, dove è atteso per le 11,30. E nella sua visita a Milano, Francesco ha voluto segnare la prima visita di un Papa nei raggi di San Vittore. Non ha voluto che in carcere entrasse nessuno da fuori, con una sola eccezione: i bambini figli di sette donne che sono state condannate e hanno chiesto la possibilità di una carezza e di un piccolo colloquio con lui. Il Papa saluterà educatori, operatori sanitari, rappresentanti dei volontari tra i quali una donna specialissima, Maria, 92 anni, molti dei quali spesi a regalare sorrisi e caramelle dietro queste mura. Francesco pranzerà con cento tra detenuti e detenute. A San Vittore farà anche una siesta: trenta minuti nella stanza del cappellano del carcere.

La seconda parte della giornata è dedicata ai veri e propri bagni di folla. A Monza, alle tre del pomeriggio, celebrerà la Messa nel parco, dove i cancelli saranno aperti dalle 8 del mattino. Alle 16.30 si trasferirà in auto a San Siro, per incontrare i ragazzi della Cresima alle 17.30.

Arriverà in auto e farà il giro dello stadio per salutare tutti, ragazzi, famiglie e catechisti: risponderà a qualche domanda. Alle 18.30 lo aspettano a Linate per tornare in Vaticano. Fin qui la scaletta. Ma Francesco ha abituato il mondo ai suoi fuori programma. E poi, chissà che cosa avrà visto a Milano che vorrà raccontare.

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