Referendum per rifare piazza Castello

I progetti di riqualificazione di undici studi milanesi saranno sottoposti al giudizio degli abitanti

Referendum per rifare piazza Castello

C'è chi propone di chiudere parzialmente al traffico largo Cairoli, chi è contrario alla pedonalizzazione di piazza Castello, chi vorrebbe più verde, chi ha pensato a una diversa collocazione dell'Expo Gate, chi propone di piantare 99 alberi. Chi è contrario alla pista ciclabile, chi vorrebbe valorizzare i fossati del Castello, chi punta sulla cultura, chi sulla comunicazione. Sono 11 gli studi di architettura milanesi (Studio Albori, Guidarini&Salvadeo, Morpurgo De Curtis, Onsite Studio, Obr Open Building Research, Matteo Fantoni Studio, Park Associati, Piuarch, Attilio Stocchi, Urbana Marco Zanuso) invitati dalla Triennale, sotto il coordinamento di Alberto Ferlenga, a ripensare e riprogettare piazza Castello, non solo in vista di Expo, ma anche e soprattutto per il dopo-esposizione universale. Committente: il Comune che, conclusa questa prima fase di progettazione partecipata, consulterà anche i milanesi. «Le idee e le proposte presentate saranno disponibili a tutti grazie a una pagina web - fanno sapere da Palazzo Marino - dove chiunque potrà commentare, esprimere la propria preferenza, sviluppare idee su come si trasformerà nel 2015 l'area che il Comune ha pedonalizzato. Parallelamente, l'analisi delle proposte proseguirà negli ambiti istituzionali, Consiglio di Zona 1 e Commissioni consiliari». «Bellissima iniziativa, peccato che avrebbero dovuto farla prima di pedonalizzare la piazza. Il Comune ha fatto il percorso inverso - attacca Barbara Bianchi Bonomi, portavoce del Comitato residenti piazza Castello -: ha chiuso la traffico la piazza in fretta e furia e solo dopo ha avvito un ragionamento collettivo». «Il concorso è una foglia di fico - attacca Fabrizio De Pasquale, consigliere comunale (Fi) - dopo la scarsissimo coinvolgimento nelle decisioni die consiglio di zona e dei residenti».

Aspetto fondamentale, per il comitato ma non solo, valorizzare l'esistente, in particolare i beni artistico culturali che gravitano attorno alla zona, a partire dal Castello. Lo Sforzesco fulcro del sistema che punta sulla cultura, come per lo studio Piuarch, o sul verde, come Zanuso che presenta «Novantanove alberi per i giardini del Filarete» e ha pensato a un teatro all'aperto nei fossati. O come lo studio di Attilio Stocchi che vorrebbe trasformare la piazza antistante il Castello in un «Reame, Theatrum naturae» riportando Milano ai tempi dei Visconti e degli Sforza.

«Abbiamo cercato di sottolineare - spiega Francesco Fresa dello studio Piuarc - che c'è bisogno di una strategia complessiva. Per rigenerare la piazza non serve nè togliere il traffico nè pedonalizzarla, ma semplicemente renderla una piazza, ovvero un luogo urbano che i cittadini possono vivere. I milanesi si appropriano degli spazi, come dimostra il caso di piazza Gae Aulenti, frequentata a prescindere dal fatto che ci siano eventi, il Comune invece sta investendo tempo e denaro nell'immaginare idee ricreative quando basterebbe rivitalizzare il sistema culturale esistente. Nella zona - continua Fresa - troviamo anche la Triennale, il teatro Strehler, il Piccolo teatro, il Dal Verme, basterebbe metterli a sistema, e valorizzarli». La filosofia che sta alla base del discorso sulla viabilità - apriamo piazza Castello alla mobilità dolce, integriamo la pista ciclabile portando il sedime stradale allo stesso livello, chiusura al traffico di largo Cairoli verso Expo gate - è il cardine su cui ruota anche il ragionamento dello studio Guidarini & Salvadeo con la collaborazione di Snark: gli spazi condivisi, che vanno per la maggiore nel resto d'europa.

Un sistema viabilistico dove convivono auto, bici, pedoni - annullando la netta separazione creata dall'amministrazione tra pista ciclabile, spazio pedonale e via di scorrimento - e uno spazio che ognuno può vivere a modo suo, senza che venga attribuita una funzione a tavolino.

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