Sala: 100 milioni per le case «Sfido governo e Regione»

Il sindaco col ministro Boschi all'incontro sulle riforme «Edilizia popolare? Possiamo permetterci un debito»

Sabrina Cottone

«Vedo nei milanesi un atteggiamento benevolo...» dice spavaldo Beppe Sala. «Ci credo, hanno votato ora» lo interrompe con una battutina Maria Elena Boschi, impegnata in una maratona contro i sondaggi che danno in caduta i sì al referendum e al governo. Se il sindaco di Milano vive in luna di miele, a Roma si discute di dimissioni. «Le riforme costituzionali o sono di tutti o non servono» è un appello generale lanciato dalla Boschi.

Fa tappa a Milano il giro d'Italia del ministro delle Riforme, in tailleur blu e camicetta a fiori. Outfit minimal rotto solo dallo stiletto fucsia. Boschi è al Circolo della Pallacorda, la sezione Pd della borghesia magentina che ha dato la luce alla neo city manager di Palazzo Marino: siede discretamente in ultima fila la renziana Arabella Caporello, 43 anni, in curriculum un intervento alla Leopolda, Investindustrial e Humanitas, tra i fondatori di questo circolo di corso Magenta. Ci sono tra gli altri l'ex vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, Francesco Micheli, del cda Scala, Alessandra Perrazzelli, country manager di Barclays Italia, l'imam Yahya Pallavicini, presidente Coreis, Sergio Scalpelli, l'ex sindaco Piero Borghini.

Parla il banchiere Alessandro Profumo, per dire sì al referendum, seguito da don Gino Rigoldi, prete degli ultimi che, con un elegante giro di parole dice che gli strati sociali in difficoltà non mangiano con il referendum: «Continuano a star male e si sentono lontani. Al Giambellino ho trovato bambini denutriti. Non ce n'erano da 50 anni». Torna il grido delle periferie che alle urne ha abbandonato la sinistra.

Il neo eletto Sala si appella subito a Roma: «Da soli si riesce a combinare poco. Chiederemo una mano al governo, naturalmente partendo dal massimo del virtuosismo della città». I temi sul piatto sono quattro: casa, Brexit, infrastrutture e sicurezza.

Sala vuol prendere subito un prestito di 100 milioni per un programma di edilizia straordinaria: «Abbiamo un patrimonio di edilizia popolare che va fortemente ristrutturato perché è difficile mostrare un'immagine brillante di Milano con un anziano che vive al quinto piano senza ascensore. Accettiamo il fatto che prendere 100 milioni di debito per Milano si può: le agenzie di rating non dicono niente, il nostro debito è garantito dal patrimonio. Prendiamo il coraggio di farlo immediatamente. Sfiderò Regione e governo a fare altrettanto».

Richieste post Brexit: «Per portare a Milano agenzie da Londra serve che il governo faccia lobbying sulle commissioni. Per favorire il ritorno di parte del mondo finanziario una misura del governo che segni discontinuità». Sulle infrastrutture ci vuole l'impegno di Del Rio «per portare metro a Monza». E poi il tema sicurezza: «Oggi il sindaco non può nemmeno assumere un vigile». Un elenco impietoso.

La Boschi ha una sola ricetta.

Casa? Metro? Brexit? periferie? «Il sì al referendum e alle riforme costituzionali farà accorciare i tempi e tutto diventerà più semplice». Alla fine Sala si fa più conciliante e torna a dirsi favorevole alle riforme: «Mi sorprende che Parisi voti no al referendum, mi sembrava più un tipo da sì».

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