«Francamente non so cosa farò, per fare politica ci sono tanti modi. Credo che ricandidarmi a Milano possa essere un'ipotesi molto solida». Così parlò Beppe Sala dal palco del teatro Franco Parenti a Linkiesta Festival, acclamato dall'applauso del pubblico in platea. Ecco che il sindaco, che solo a luglio diceva «Io candidato premier? Per due anni non se ne parla. Poi potrà essere tutto», ieri ha lanciato il dado, citando anche «l'amico Michael Bloomberg» che solo qualche ora prima aveva annunciato la candidatura alle primarie dei democratici per le presidenziali dell'anno prossimo. Anche da sindaco, è la teoria di Sala, si può avere un ruolo importante, come dimostra la parabola di Bloomberg.
Arroccato nel suo fortino, saltando «un giro» in attesa che lo scenario politico nazionale cambi e lasci margini di manovra per un altro ruolo, Sala sa di avere le spalle coperte, forte anche dello slancio che sta vivendo Milano. «In questi anni la città si è molto consolidata nelle sue componenti, dalle università all'industria. Stiamo fagocitando le energie e le risorse anche di questo Paese - commenta -. Di 8mila multinazionali presenti in Italia, 4.300 sono a Milano, città che da sola produce il 10 per cento del Pil. Gli investimenti immobiliari nei prossimi anni raggiungeranno i 12-13 miliardi in città. E quest'anno supereremo i 10 milioni di turisti nell'area metropolitana». Basta tutto questo? No, secondo il primo cittadino milanese «sono processi da governare: gli investimenti immobiliari devono essere inseriti in una dimensione coerente e sostenibile. E serve soprattutto radicalizzare l'azione alla ricerca di maggiore equità sociale».
A poco più di metà mandato il sindaco sembra avere un piano ben preciso, tanto da aver già pensato alla nuova squadra. Diversa da quella attuale. Squadra che vince non si cambia? Forse Sala ha qualche dubbio (sulla sua). «Se mi ricandidassi, mi ricandiderei in discontinuità con me stesso - ha annunciato-. Vorrei avere intorno a me persone nuove, più fresche, che si affiancano a persone esperte». In questo senso il sindaco ha ammesso di stare già lavorando a questa piattaforma: «Non lo rendo esplicito ma ci sto lavorando per capire se ci sono giovani milanesi in grado».
A proposito di squadra non è mancato un botta e risposta tra Sala e Matteo Renzi, con cui più di una volta si è scontrato. «Sala dice che non sono un uomo squadra - ha commentato piccato l'ex premier -. Dico a Beppe, mandandogli un abbraccio che quando c'era da fare gol per Expo il pallone l'ho passato, così per le elezioni amministrative e, anche in un ruolo minore, per vincere le Olimpiadi. Il compito del centravanti è buttare la palla dentro, e siccome c'è da buttare la palla dentro alle amministrative del 2021, noi continueremo a dargli palloni, sperando che Beppe la butti dentro».
La partita per le Comunali 2021 si è giocata tutta sul palco del Parenti: Matteo Salvini in città per Eicma non si è fatto cogliere impreparato. «Proporremo un'alternativa ancor più valida» a Sala, ha detto, «che non sarò io».
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