Sanità, Maroni rilancia Ma in Forza Italia parte la sfida alla successione

Il governatore: «Manterrò le deleghe finché serve» Gli azzurri pensano a Sala, Pedrazzini o Gallera

«Manterrò le deleghe fino a che serve». In due parole il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni lascia intendere che seguirà in prima persona la sanità, ad interim, ben oltre ottobre. Con tutta probabilità si terrà la deleghe fino alla fine dell'anno e nominerà il nuovo assessore solo quando i piani attuativi della riforma - approvata a inizio agosto - saranno completati. La versione ufficiale è che ci sono troppe scadenze tecniche, troppi nodi ancora da risolvere in corso d'opera per mollare la sanità. In realtà l'interim nasconde un tira e molla tra Forza Italia e Lega tutt'altro che risolto. E un tentativo di mantenere la regia il più possibile nelle mani della Lega.

«La prima scadenza - spiega Maroni - è a fine ottobre per rivedere eventualmente l'allegato A della legge» di riforma della governance del sistema socio-sanitario, il documento relativo ai territori di competenza delle nuove Ats (Agenzie di tutela della salute) e Asst (Aziende socio-sanitarie territoriali). «Poi c'è la scadenza di dicembre con la nomina dei nuovi direttori generali, poi da gennaio la riforma parte a regime».

«Subito dopo l'approvazione della riforma del sistema socio-sanitario - ricorda il presidente - avevo annunciato che entro fine agosto ci sarebbe stato il nuovo assessore e l'impegno è stato mantenuto. Faccio io lo start-up della riforma, perché la fase iniziale è sempre la più difficile. Venerdì mattina - ribadisce Maroni - porterò in giunta i primi provvedimenti attuativi della riforma e al pomeriggio comincerò a girare tra le strutture ospedaliere lombarde per illustrarla. Partirò da Bergamo - anticipa - dove farò un incontro all'ospedale con tutti gli operatori, e a seguire un altro incontro con il sindaco di Bergamo e il presidente della Provincia e tutti i sindaci della provincia. Tutto secondo il cronoprogramma stabilito».

Nel frattempo Fi ipotizza nuovi equilibri e punta ad applicare il modello ligure: là la presidenza della Regione è nelle mani di Forza Italia e la sanità è leghista. Qui dovrebbe accadere il contrario. Quindi il super assessorato dovrebbe restare nelle mani degli Azzurri. L'ex assessore Mario Mantovani terrà la vice presidenza ma sembra che stia per perdere anche la nomina a capo delegazione. Ruolo che nelle prossime settimane potrebbe essere assegnato o all'assessore Alessandro Sorte o a Fabrizio Sala.

Nella delicata partita sul post Mantovani, si ipotizzano nuovi equilibri. I due sottosegretari da affiancare al futuro assessore potrebbero essere un uomo di Forza Italia e Mario Melazzini (Ncd), attuale assessore alle Attività produttive. Al suo posto subentrerebbe l'attuale capogruppo Fi in Regione Claudio Pedrazzini. A guidare gli Azzurri fra i banchi del Consiglio regionale verrebbe nominato invece il consigliere varesino Luca Marsico. Per la carica del super assessore spuntano anche i nomi di Giulio Gallera e Fabrizio Sala, che ora in giunta detiene le deleghe alla casa.

Se il futuro assessore dovesse essere un tecnico, potrebbe essere affiancato da due sottosegretari factotum. In ambienti leghisti si fanno i nomi dei due uomini che hanno scritto la riforma: Angelo Capelli e Fabio Rizzi. Nessuno meglio di loro conosce i risvolti più delicati del provvedimento. Da statuto però i sottosegretari sono quattro.

Se Maroni dovesse incaponirsi sul nome di Capelli, ci sarebbe un rimescolamento di carte anche su queste poltrone, e non solo su quelle degli assessori.

Da oggi comincia la fase di attuazione della riforma socio-sanitaria, i cui primi provvedimenti verranno portati dallo stesso presidente Maroni all'esame della giunta regionale in programma venerdì 4 settembre.

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