Se la musica fa «cronaca» Dagli sbarchi a Majorana

Da oggi a Como un lavoro sul fisico scomparso Sempre di più le opere dedicate a storie e misteri

Luca Pavanel

«Vissi d'arte, vissi d'amore». Non solo belcanto, non solo melodramma italiano. Accanto alle esecuzioni dei capolavori del passato e del presente all'insegna del binomio musica-poesia e alle insuperabili opere musicali, liriche e corali dei secoli scorsi, di tanto in tanto - ma sempre di più nei giorni che scorrono - spuntano progetti dedicati all'attualità, alla cronaca (nera e bianca) e ai misteri della nostra epoca: dagli sbarchi dei migranti ai sequestri, dalle condizioni umane sul lavoro alla crisi economica.

L'ultimo tema della serie, con debutto oggi e sabato al Teatro Sociale di Como in prima mondiale - più legato al capitolo dei misteri italiani - si intitola Ettore Majorana. Cronaca di infinite scomparse. Un lavoro tra lirica e scienza - alle soglie dell'80esimo anniversario della scomparsa del fisico italiano (correva l'anno 1938) - dalla stesura del libretto alla composizione alla regia creato da professionisti under 35 e prodotto da OperaLombardia. L'opera, fino alla primavera 2019 verrà, portata in giro per il mondo.

«Non abbiamo messo in scena proprio la biografia di Majorana - dice il librettista-regista Stefano Simone Pintor, già assistente di Luca Ronconi e Robert Carsen con alle spalle attività alla Scala e al Bol'soj di Mosca - ma gli ultimi suoi istanti di vita, diciamo l'ultima mezz'ora». Cronache di infinite scomparse, con un taglio un po' cinematografico, col «racconto in frammenti delle diverse ipotesi su quel che potrebbe aver vissuto Majorana». Il suicidio o la fuga o la vita in strada: una sorta di Sliding Doors. Aggiunge l'autore delle musiche, il Maestro Roberto Vetrano: «All'interno dell'opera ho potuto costruire una struttura che contiene diversi linguaggi musicali, dal gregoriano alla tonalità fino a momenti in cui tutto si sgretola in una polvere di rumori».

L'orchestra verrà diretta dal maestro Jacopo Rivani e la voce dello scienziato quella del baritono Lucas Moreira Cardoso. Non solo gialli da risolvere.

Un lavoro musicale (corale), per esempio, è stato dedicato non molto tempo fa al disastro del Vajont: il compositore Lodovico Saccol, nella ricorrenza dei 50 anni di quella catastrofe, ha scritto il pezzo Tutto è in equilibrio rappresentato nel 2013 da oltre trecento bambini a Longarone in occasione delle celebrazioni organizzate da una fondazione, ricevendo l'encomio del presidente del Senato Pietro Grasso. Il canto dei piccoli e il belcanto che si occupa pure di economia, storia e politica. Ma anche di attualità. Si prenda il lavoro di Cristina Pavarotti, figlia del grande tenore italiano scomparso: qualche anno fa ha realizzato Il sequestro, una rappresentazione - liberamente tratta dai racconti Le mille e una notte - che però metteva al centro la vicenda di tre donne di diverse nazionalità vittime di un sequestro. E ancora la musica si occupa di immigrazione. Il caso è recente.

Basta andare indietro di qualche mese fa, all'8 maggio scorso. Quando alla Scala è stato eseguito dalla Filarmonica il Requiem del compositore ungherese Peter Eotvos, che ha spiegato che il pezzo - titolato alle «vittime senza nome» - doveva ricordare «quei numerosi» migranti che nella speranza di approdare a un mondo migliore «sono saliti ignari su barconi.

..». Usati linguaggi musicali avanzati. Come nel caso della nuova opera Majorana al debutto: «Dove ci sta portando il XXI secolo? - conclude il regista Pintor - La nostra risposta è verso la nozione di realtà aumentata».

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