Il sommo Dante ci ha spiegato, nel «Convivio», che ogni testo si presta a molteplici letture: lo si può prendere alla lettera, certo. Ma quel che veramente conta è il livello simbolico, cosa il testo rappresenta sottotraccia. E ancor di più cosa ci insegna: la morale, insomma. Sottigliezze medievali? Tutt'altro, roba più attuale che mai, e a ricordarcelo saranno, dal palco del Franco Parenti, nomi come Zygmunt Bauman, Elena Cattaneo, Valerio Magrelli, Michela Marzano, Salvatore Natoli, Massimo Recalcati, Pierangelo Sequeri. Parte mercoledì la serie di lezioni magistrali «Il piacere del testo», ciclo curato da Irene La Scala e organizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo.
L'idea è rileggere il teatro con le lenti della scienza, del pensiero, della poesia, per affiancare alle opere messe in scena un momento di riflessione sui temi più profondi della nostra vita. Il fallimento, per esempio. Secondo Massimo Recalcati, che ci scorta nei labirinti del pensiero di Lacan, è un meccanismo essenziale dell'inconscio e ci guida alla verità. Ne nasce quell' «Elogio del fallimento» che ascolteremo mercoledì alle 18, prima de I giocatori di Pau Mirò, in calendario fino al 25. Giocherà in casa il noto psicanalista, nato a Milano 55 anni fa. Una trentina i suoi libri, che non disdegnano incursioni nell'arte e nell'estetica. Il 30 gennaio, alle 18.30, «Gli individui e il potere» con Michela Marzano, filosofa e politica, direttrice del dipartimento di Scienze sociali della Sorbona, in occasione de La serra di Harold Pinter. Chiediamoci se il potere sia un mezzo o un fine, e se siamo destinati, come prospettò il filosofo Avishai Margalit, a dare vita a una società «non decente». Senza dubbio viviamo già in una «società liquida», almeno stando a Zygmunt Bauman, l'ospite più atteso, che arriva il 5 febbraio (18.30) con una lezione dal titolo ossimorico, ma solo in apparenza: «Come dei buoni individui creano una cattiva società». Il fatto è che ci preoccupiamo più di mascherare le ingiustizie che di cercare di risolverle. Sentiremo in che senso, poi ci godremo Good People di David Lindsay-Abaire. Sempre più spesso ospite a Milano, Bauman è tra i più acuti interpreti della contemporaneità e delle sue contraddizioni. È noto per aver intuito e denunciato l'omogeneizzazione dell'individuo nel gruppo e la «liquefazione» postmoderna delle certezze. Spaesato, omologato, ipocondriaco. È l'uomo di oggi, ma anche dei tempi di Molière, che nel Malato immaginario insieme al sorriso ci strappa una riflessione. Colta al balzo dal poeta Valerio Magrelli, che sale in cattedra il 18 febbraio e rilegge il capolavoro molièriano in chiave «monomaniacale», attraverso le grandi ossessioni della letteratura occidentale. Il 10 marzo vanno in scena storie di scienza, con la ricercatrice e senatrice a vita Elena Cattaneo, che dirige Unistem - Centro di ricerca sulle cellule staminali, in abbinamento a La scuola di Domenico Starnone.
Si chiude il 22 aprile con Finale di partita di Samuel Beckett e la lezione-dialogo del filosofo Salvatore Natoli -celebri i suoi studi su felicità e dolore- e del teologo-musicista Pierangelo Sequeri. Biglietti 3 euro, i 6 incontri 15 euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.