Lultimo allarme laveva lanciato il ministro dellInterno Roberto Maroni, solo due giorni fa. «Ci preoccupano i segnali che abbiamo ricevuto dellattività di un gruppo che si rifà alle Brigate Rosse». Il ministro aveva parlato di cinque cellule radicate a Milano, Como, Torino, Lecco e Bergamo. A distanza di 48 ore, la minaccia arriva via posta. Un documento che contiene minacce rivolte al mondo della politica e dellinformazione è stato recapitato ieri mattina, a MIlano alle redazioni dellUnità, del Giornale, alle sedi Rai e Merdiaset. La missiva, quattro pagine scritte al computer, ora è nelle mani della Digos.
Il linguaggio è quello degli Anni di piombo, ma la sigla è nuova: «Nat», i Nuclei di Azione Territoriale «Luca e Annamaria Mantini» due fratelli, militanti dei Nuclei armati proletari. Luca fu ucciso a Firenze il 29 ottobre 1974 durante una rapina di autofinanziamento, mentre la sorella, nome di copertura «Luisa», morì a Roma l8 luglio 1975 durante una retata dellAntiterrorismo. La lettera ricalca il documento arrivato venerdì scorso alle redazioni di Bologna dellUnità, del Resto del Carlino e di altri quotidiani, ed è una sorta di programma sovversivo intriso di parole come «regime», «potere» e «armi» (scritte in maiuscolo), nel quale la lotta è definita «necessaria», e la conclusione è un invito alla via dei fatti: «Leggere, diffondere, passare allazione», scrivono i Nat. In sintesi, «combattere il sistema». Lintestazione recita: «Rispondiamo alla violenza legalizzata del regime per una propaganda armata delle lotte sociali».
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