Cronaca locale

"Togliere vincoli per far ripartire subito le opere"

Il capogruppo di Fi: "Dobbiamo cambiare i regolamenti. E annullare 3 mesi di Tari ai locali"

"Togliere vincoli per far ripartire subito le opere"

Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia in Comune. Come si sta muovendo il sindaco nell'emergenza?

«Era abituato a mettere il cappello su una città che funzionava da sola, ora che si tratta di gestire servizi in emergenza e trovare misure per favorire la ripartenza dell'economia, mi sembra paralizzato. L'unico segnale di attivismo sono i video su Facebook, e lo invito a usare un profilo istituzionale invece di attaccare la Regione o Salvini, sembra diventato il portavoce del Pd».

Dopo tante proteste, da oggi manda in strada 180 vigili in più. Soddisfatto?

«É già qualcosa ma non basta. Di notte ci sono solo due pattuglie e si stanno manifestando casi preoccupanti, furti di auto, nei negozi vuoti, più occupazioni abusive. Anzi, Sala faccia fronte comune con Regione e Aler per chiedere al prefetto una linea dura contro le occupazioni. E poi mi domando come sia possibile che nonostante le ordinanze restrittive ci siano tanti rom in giro e davanti ai supermercati».

Avete sospeso un consiglio e creato una cabina di regia, come procede?

«Il sindaco lo abbiamo visto una volta. Abbiamo offerto tutta la nostra collaborazione ma forse meglio tornare in aula. Peraltro, per partito preso Sala non ha accolto subito le proposte di buonsenso del centrodestra e poi si è deciso ad applicarle, in ritardo, penso allo stop di Area C e della sosta, al blocco delle multe, più vigili».

Cosa propone per supportare le attività in crisi?

«Il Comune ha sospeso alcuni pagamenti, affitti, Cosap, Tari, tassa sulla pubblicità, ma spostare la scadenza non basta. Va chiesta al governo la deroga per ridurre o annullare il pagamento di servizi non usufruiti, penso ai commercianti da febbraio sono chiusi e non producono rifiuti, non occupano il suolo pubblico con i dehors o versano comunque la tassa sulla pubblicità. E meglio sospendere l'affitto di ristoranti e negozi in spazi comunali, compresa la Galleria, piuttosto che portarli al fallimento. Servirà anche un fondo comunale a garanzia delle banche per le piccole imprese ed esercizi».

Da oggi comincerà la distribuzione dei 7,3 milioni del governo a famiglie in difficoltà, condivide i criteri per i buoni spesa?

«Devono essere estesi il più possibili ai nuovi poveri, non con i vecchi criteri Isee ma tenendo conto che una grande fetta della città si è trovata senza reddito ora a causa del Covid, lavoratori precari e stagionali, piccoli commercianti e artigiani. Come opposizione vorremmo la nostra anche sul Fondo di Mutuo aiuto lanciato per raccogliere donazioni, chiediamo condivisione. I soldi non vanno tenute in cassa pensando solo al dopo ma assegnati adesso, per sopravvivere all'emergenza».

Cosa servirà invece per la ripartenza?

«Sala per ora ha condotto la battaglia del pennarello nei supermercati, ne prendiamo atto ma vorremmo spronarlo a intervenire sul governo anche per garantire misure ad hoc per il settore turistico ed alberghiero milanese. La situazione qui è diversa rispetto ad altre regioni e l'emergenza è iniziata già il 20 febbraio. Poi siamo disponibili fin da ora, anche on line, ad approvare le modifiche ai regolamenti comunali che servono per togliere vincoli burocratici e freni di carattere fiscale o urbanistico alle imprese, favoriamo lavori e investimenti. A partire dalla deroga al codice degli appalti che faceva acqua già prima. Ci sono già proposte di ordini professionali. E diamo gratis spazi del Demanio alle start up che vogliono occuparsi di salute e ricerca».

Ha contestato che i centri sociali consegnino i pasti a domicilio attraverso Emergency.

«La giunta ha appaltato a Emergency la distribuzione degli aiuti ma la presenza di chi occupa abusivamente spazi pubblici è intollerabile, si coinvolgano le tante associazioni di quartiere che rispettano le regole e sono pronte a fare la propria parte.

E ricordiamo che ci sono 3mila beneficiari del Reddito di cittadinanza che dovrebbero fare lavori di pubblica utilità».

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