Undici milioni inghiottiti in 16 anni Via a un'inchiesta sull'aula bunker

La Corte dei Conti indaga sul cantiere di Opera aperto negli Anni '90 e tutt'ora in corso Nel mirino i funzionari che hanno seguito il progetto. Si ipotizza il reato di danno erariale

Come è stato possibile che per quasi vent'anni si siano buttati milioni e milioni (11, per l'esattezza) in un pozzo senza fondo in nome dell'efficienza della giustizia milanese, iniziando e lasciando a metà un opera costosa e senza senso, ridotta oggi a una specie di aborto edilizio? È questo il punto cruciale dell'inchiesta che la Procura presso la Corte dei conti ha aperto su una delle vicende più surreali avvenute in questi anni nel mondo giudiziario milanese, il cantiere per la realizzazione di un'aula bunker a ridosso del carcere di Opera, voluto dai vertici del tribunale di Milano all'inizio degli anni Novanta, avviato nel 1999 e tutt'ora in corso senza che si possa prevederne la conclusione. Il sostituto procuratore Tatangelo ha aperto un fascicolo dove si ipotizza il «danno erariale per opera incompiuta».

Nel mirino non ci sono solo i sedici anni trascorsi dall'inizio dei lavori, ma anche i rallentamenti, le modifiche in corso d'opera che si accavallavano una sull'altra, i madornali errori di progettazione che hanno mandato in degrado il bunker prima ancora che venisse terminato.

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