Politica

Ministri in piazza, cresce la tensione L’Udeur: il premier si faccia sentire

Giordano (Prc): «Sarà una bella e serena manifestazione di massa»

da Roma

Nella maggioranza cresce la tensione. La manifestazione del 20 ottobre organizzata dalla sinistra radicale sul Welfare continua a essere elemento di scontro tra le due anime dell’Unione. Non è bastato il monito del presidente del Consiglio Romano Prodi a che «i ministri non scendano in piazza», nè lo stop di D’Alema e Mastella che la considerano una partecipazione davvero «insostenibile». Anzi. Il braccio di ferro tra i guelfi e i ghibellini della maggioranza è costante, con gli esponenti dell’ala riformista e di quella radicale che si confrontano e punzecchiano chi de visu, chi con interviste e dichiarazioni a distanza sulle colonne dei principali quotidiani.
Uno che continua a tenere fermo il punto è Clemente Mastella. Chiudendo la festa dell’Udeur a Telese, ribadisce la sua lealtà al governo Prodi ma non nasconde la sua insofferenza per la convivenza con i partiti della sinistra radicale: «Non possono essere di lotta e di governo allo stesso tempo», bacchetta Mastella, aggiungendo che «la crisi di Governo si rischia anche se alla manifestazione di ottobre partecipano solo i segretari di partito e non i ministri». Il Guardasigilli, ai colleghi dell’altra sinistra, ricorda che questo esecutivo «è già caduto una volta», e che dopo la crisi «si stabilì che fosse il presidente del Consiglio a dirimere le questioni». Dunque: «Se Prodi ritiene giusto che i segretari scendano in piazza io ne prenderò atto con rammarico ma se Prodi è Prodi allora i leader di governo non possono partecipare alla manifestazione del 20 ottobre». Il titolare della Giustizia, inoltre, respinge al mittente le critiche mosse da Paolo Ferrero sulla sua partecipazione al Family Day: «Non l’ho patrocinata io e non ho sottoscritto i Dico nel programma», quindi «i partiti hanno una responsabilità in più rispetto al governo». Da qui la richiesta a Prodi di esprimersi in maniera ferma per affrontare questa situazione, proponendo anche un vertice di tutti i segretari politici dell’Unione.
Sulle parole di Mastella Giordano proprio non ci sta. Cambio di scena, dalla festa di Telese si passa a quella della Sinistra democratica di Fabio Mussi a Orvieto. Ospite di un dibattito Franco Giordano ne approfitta per fare una battuta: «Posso chiedere a Mastella se almeno mio figlio può andare alla manifestazione del 20 ottobre?». Secondo il leader del Prc, l’iniziativa sul Welfare si farà e «sarà una grande, bella, serena e unica manifestazione di massa», soprattutto non sarà contro il governo, «ma rilancerà i grandi temi sociali e culturali, i diritti civili attraverso un momento di grande espressione democratica».
A partecipare al fuoco di fila contro la manifestazione ottobrina anche Piero Fassino, il quale senza troppe parole, richiama solo al «buon senso» utile a capire che, per chi fa il ministro, «è inopportuno» andare in piazza. «Non si tratta di mandare i carabinieri a casa di nessun ministro per impedirgli di fare qualcosa - dice Fassino parlando con i giornalisti alla Festa dell’Unità di Brescia -. Chi fa il ministro è meglio che non partecipi a una manifestazione che contesta il governo di cui è parte». In serata, un invito a un po’ più di responsabilità, arriva da Walter Veltroni: «Tutti devono smettere di dire o è così o me ne vado». Aggiungendo però che è «inimmaginabile» che ci siano manifestazioni con ministri o sottosegretari contro il governo di cui fanno parte. Infine l’avvertimento: «Se il governo cade è una sconfitta per tutti.

Nessuno escluso».

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