Miracolo di Ludbreg

A Ludbreg, in Croazia, ancora oggi, dopo la parentesi comunista, per un'intera settimana viene festeggiata la cosiddetta Domenica Santa (Sveta Nedilja) ai primi di settembre in ricordo del miracolo eucaristico avvenuto nel 1411. In quella lontana domenica nella cappella del castello dei conti Batthyany un sacerdote stava dicendo messa davanti a poche persone. Egli aveva perso la fede nella Transustanziazione ma quella volta vide il vino sull'altare tramutarsi in sangue. Non sapendo cosa fare, decise di far murare la reliquia dietro l'altare, segreto che rivelò soltanto in punto di morte. Fu allora che la notizia si sparse e cominciarono i pellegrinaggi. Molti malati guarirono miracolosamente e la Santa Sede decise di far portare la reliquia a Roma. Il papa Giulio II ordinò un'inchiesta che appurò la veridicità del miracolo, e il suo successore, Leone X, più volte portò la reliquia in processione per le strade di Roma. In seguito essa venne riportata nel luogo d'origine. Si legge nel voluminoso catalogo della mostra internazionale I miracoli eucaristici nel mondo (Edizioni San Clemente, con annesso dvd; info@istitutosanclemente.it) che nel 1739 la Croazia settentrionale era sconvolta dalla peste e il Parlamento, riunitosi a Varadzin, fece voto di edificare una chiesa a Ludbreg in onore del miracolo eucaristico se l'epidemia fosse cessata.

Il Cielo accolse la richiesta ma il voto non poté essere adempiuto per una serie di problemi politici verificatisi quasi uno dietro l'altro. Solo nel 1994, caduto il comunismo, la cappella votiva (ultimata nel 2005) vide la luce.

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