Miracolo di La Réunion

Nel 1902 l’isola di La Réunion, nell’Oceano Indiano, era ancora colonia francese. Nel gennaio di quell’anno, nella chiesa parrocchiale della città di Saint-André (una trentina di chilometri dalla capitale dell’isola, Saint-Denis), una domenica il parroco Henry Lacombe espose il Santissimo prima della messa principale, quella più affollata. Nel corso della celebrazione si accorse che qualcosa era comparso sull’ostia. Ma, temendo di travedere, concluse il rito come se nulla fosse. Al termine, in sacrestia, mandò un suo parrocchiano a guardare l’ostia e a riferirgli quel che vedeva. Quello tornò coi capelli ritti perché aveva visto un’immagine che pareva Cristo, gli occhi chiusi, la testa inclinata sul petto, l’espressione triste e due lacrime che gli rigavano le guance. Esattamente quel che aveva visto il prete. Furono chiamate le persone ancora in chiesa. Anche loro videro la stessa cosa. Accorse gente e la chiesa si riempì, ma tutti vedevano la figura sull’ostia: un’immagine che sembrava viva, a detta dei testimoni. La voce giunse alla capitale, dalla quale arrivarono osservatori muniti di lenti d’ingrandimento e altri aggeggi. Si fece ogni tipo di prova per escludere un’eventuale illusione ottica. Macché: al buio la figura sembrava risplendere di luce propria.

Passarono le ore e nel primo pomeriggio l’immagine mutò sotto gli sguardi attoniti degli astanti: al posto della figura dolente si formò un crocifisso dettagliatissimo. Solo dopo che il sacerdote ebbe impartito ai presenti la solenne benedizione eucaristica con quell’ostensorio, l’immagine scomparve.

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